Un gruppo di neuroscienziati tedeschi, afferenti al German Center for Neurodegenerative Diseases di Bonn, ha scoperto che i famigerati gomitoli proteici, uno dei segni del morbo di Alzheimer, portano i neuroni ad assopirsi riducendo lo scambio di informazioni con gli altri neuroni, attività vitale per il corretto funzionamento del cervello. I neuroscienziati tedeschi hanno anche scoperto, però, che l'azione deleteria dei gomitoli proteici potrebbe essere annullata dalla rolofillina, un farmaco inizialmente pensato per curare l'insufficienza renale nei pazienti con scompenso cardiaco.

Lo studio è stato pubblicato sull'importante rivista scientifica PNAS.

Alzheimer, proteina Tau e tauopatie

La comparsa all'interno dei neuroni di gomitoli proteici formati perlopiù da una proteina indicata con la lettera greca Tau è, assieme alla proliferazione delle placche amiloidi all'esterno dei neuroni, l'alterazione fondamentale causata dal morbo di Alzheimer.

La presenza dei gomitoli di proteina Tau è comune anche ad altre patologie neurodegenerative come la demenza di Pick e altre demenze frontotemporali, la malattia di Hungtinton e la malattia di Braak o malattia da granuli argirofili. Infatti, nel loro complesso queste malattie neurodegenerative accompagnate da un progressivo declino cognitivo prendono il nome di tauopatie.

Fino a oggi, tuttavia, il meccanismo attraverso cui i gomitoli di proteina Tau svolgono la loro azione tossica è rimasto oscuro.

Un antidoto contro la proteina Tau

"La proteina Tau è fondamentale per il buon funzionamento dei neuroni" spiegano nell'introduzione i coniugi Eva-Maria e Eckhard Mandelkow, che hanno guidato lo studio "in particolare, la proteina Tau è cruciale per il delicato processo di trasporto di sostanze all'interno dei neuroni. In alcuni casi, però, la produzione di proteina Tau va fuori controllo e la proteina comincia a formare dei gomitoli all'interno dei neuroni". Utilizzando un preparato animale e proteine Tau di origine umana i neuroscienziati tedeschi sono riusciti a svelare gli effetti nocivi dei grovigli di proteina Tau sul funzionamento dei neuroni.

"In particolare" puntualizza Frank Dennissen, primo autore dello studio "abbiamo osservato che i gomitoli di proteina Tau riducono il metabolismo energetico dei neuroni facendoli cadere in uno stato soporoso. Questo si traduce in una ridotta attività di ricezione e invio di segnali da e verso i neuroni circostanti". In altre parole, i gomitoli di proteina Tau rendono i neuroni sonnolenti e poco propensi a dialogare con gli altri neuroni.

"Per fortuna" conclude Frank Dennissen "abbiamo anche dimostrato che la rolofillina, un farmaco sintetizzato in origine per curare l'insufficienza renale, risveglia il metabolismo energetico dei neuroni e lo scambio di informazioni tra di essi agendo sul recettore A1 per l'adenosina.

Inoltre, nei topi la rofollina ha normalizzato l'attività sinaptica e ripristinato funzioni cognitive come la memoria, fortemente compromessa nel morbo di Alzheimer". Studi futuri potranno verificare l'efficacia della somministrazione di rolofillina per la cura e la prevenzione del morbo di Alzheimer e delle altre tauopatie.