La scienza dichiara: il limite fisiologico della vita umana è di 125 anni. Si tratta del risultato emerso da uno studio condotto dal reparto di Genetica dell’Albert Einstein College of Medicine di New York, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica ‘Nature’. E sebbene a partire dal diciannovesimo secolo i dati demografici testimonino una riduzione continua della mortalità, proporzionale a un aumento della longevità, grazie a stili alimentari più sani e a miglioramenti nell’ambito sanitario, questo limite potrebbe non estendersi ulteriormente.
La probabilità di superare la soglia dei 125 anni è infatti pari a una su 10 mila.
Il fine ultimo di questo studio è stato quello di verificare se si è giunti a un limite naturale impossibile da valicare. "I demografi e i biologi sostengono che non ci sia alcuna ragione per pensare che il continuo aumento della durata della vita debba finire, ma i nostri dati evidenziano che il limite si è già raggiunto e che ciò è avvenuto negli anni '90", sono state le parole di Jan Vijg, autore principale della Ricerca. Andando indietro negli anni, dal 1970 in poi ad esempio, la durata massima della vita è sempre stata in continuo aumento.
O ancora, comparando quelle che sono le aspettative di vita odierne rispetto all’inizio del ventesimo secolo, un bambino americano di oggi può vivere fino a 79 anni, mentre un bambino del 1900 poteva vivere fino a un massimo di 49 anni, ben trent’anni in meno.
Per la realizzazione del modello matematico, lo staff si è servito di banche dati contenenti dati relativi alla mortalità umana di oltre 40 paesi, come ad esempio lo Human Mortality Database, tenuto dalle Università della California, Berkeley e dal Max Plank Institute. Sulla base delle informazioni contenute è emerso come l'età media di sopravvivenza fosse aumentata progressivamente, soprattutto in paesi sviluppati che garantiscono condizioni di vita migliori, come USA, Regno Unito, Francia, Giappone e tanti altri, fino a stabilizzarsi intorno al 1980.
Da allora non ci sono state variazioni significative. L'analisi ha tuttavia evidenziato anche che la speranza di vita diminuisce dopo i 100 anni.
Attraverso l’International Database on Longevity i ricercatori hanno potuto inoltre individuare i soggetti più longevi di sempre in paesi all’avanguardia. Ciò che è emerso è stato che l’età dei cosiddetti ‘ultracentenari’ aumentò tra il 1970 e il 1990, ma raggiunse un picco nel 1997, anno del decesso di Jeanne Calment, una donna francese che morì a 122 anni, durata massima di vita raggiunta fino a quel momento. La conclusione? Il caso della donna francese è un’anomalia, pertanto sarà molto difficile, quasi impossibile, che qualcun altro superi questa soglia.
Ma anche i casi di Misao Okawa, morta a 117 anni, e Gertrude Weaver, a 116, hanno dimostrato come il limite fisiologico si aggiri intorno a queste età.
Gli autori dello studio hanno spiegato infine come il limite massimo di durata della vita umana non sia la conseguenza diretta di una predisposizione genetica che causa invecchiamento e quindi morte, bensì di alcuni limiti biologici “strutturali” modellati dall’evoluzione, che pongono fine alla vita dell’essere umano.