Matusalemme, personaggio antidiluviano, discendente di Adamo ed Eva, figlio di Enoch e nonno di Noè, descritto nella Bibbia come colui che visse 969 anni, probabilmente aveva dalla sua la benedizione divina. Noi, che ci limitiamo ad usare il termine “matusalemme” per indicare chi è molto avanti negli anni, dobbiamo accontentarci di un orizzonte temporale molto più limitato. Infatti, secondo i genetisti americani, il nostro DNA è programmato per una vita massima di 122 anni. Verrebbe da aggiungere, benissimo, basta che ci arriviamo in buona Salute!

C’è chi ha vissuto più di 122 anni

Si tratta di Jeanne Calment, francese di Arles, morta nel 1997. Con i suoi 122anni e 164giorni, è stata la persona più longeva vissuta sulla terra. Ovviamente il tutto è stato ampiamente certificato e quindi non stiamo parlando di un falso, dovuto ad una errata indicazione della sua data di nascita. Un personaggio che aveva condotto una vita molto attiva e che accettava sfide assolutamente inusuali come iniziare a praticare scherma a 85 anni e andare in bicicletta anche a 100 anni. Dobbiamo comunque aggiungere che, fino a pochi anni prima della sua morte, non aveva rinunciato a fumare.

Lo scettro della longevità, di una persona ancora in vita, ora è italiano.

Si tratta di Emma Martina Luigia Morano, nata a Civiasco il 29 novembre 1899. Il prossimo 29 novembre dovrebbe spegnere 117 candeline. Ma in giro per il pianeta c’è un numero crescente di persone ultracentenarie. Ma la domanda è sempre la stessa, un uomo quanto può realmente vivere? Questa domanda scaturisce da una evidenza assolutamente condivisa da tutti: con il trascorrere degli anni tutti invecchiamo, indipendentemente dalle tante possibili variabili che possiamo immaginare.

Quindi l’invecchiamento è un processo biologico programmato nel nostro DNA. Finché non riusciremo a comprendere e a controllare questa informazione genetica, quello che possiamo fare è prendere atto di questo countdown biologico. Ovviamente, il DNA è depositario di informazioni che portano le diverse specie ad una vita biologica differente, che può esser anche molto differente da specie a specie.

La ricerca pubblicata su Nature

Un team di ricercatori genetisti dell’Albert Einstein College di Medicina di New York, coordinati da Jan Vijg, ha analizzato i dati presenti nel Human Mortality Database. Queste analisi hanno messo in evidenza che l’aspettativa di vita, per gli ultracentenari, si riduce rapidamente per cause biologiche. E aggiungono che la probabilità che una persona possa vivere oltre la soglia dei 122 anni è inferiore a 1 su 10.000. Ovvero, se 10 mila persone arrivassero alla fatidica soglia dei 122 anni, solo una avrebbe la possibilità di superarla e vivere qualche anno in più.

Questo dato comunque viene confermato da un’altra evidenza statistica. Dagli anni ’90, nonostante i tanti progressi della medicina e i tanti nuovi farmaci a disposizione, l’aspettativa di vita massima non è aumentata.

Come dire, abbiamo raggiunto il limite massimo che è appunto 122 anni.

Ancora oggi ci sono molti Paesi, nelle zone più povere del piante, dove l’aspettativa di vita è intorno ai 50 anni. Ma questo è dovuto a guerre, carestie ed epidemie varie. Lo stesso andando indietro nel tempo, dove negli ultimi due millenni la vita media ha subito oscillazioni dovute a fattori esterni. Se invece si fa un monitoraggio limitato alla vita biologica, escludendo quindi tutte le variabili esterne, si può vedere che l’uomo ha avuto una vita media che oscillava tra i 60 e i 70 anni. Solo negli ultimi decenni, grazie ai progressi della medicina e alle migliori qualità di vita, la vita media si è allungata così come l’aspettativa di vita che ora è di 85 anni ma che, nel 2040 si stima, potrà tranquillamente superare i 100 anni con punte che potrebbero raggiungere la soglia massima dei 122 anni.