Può l'uomo vivere nello spazio? No, i gemelli questa volta non sono protagonisti del famoso paradosso einsteiniano. Non si parla di un viaggio che vede uno dei due fratelli in una stella lontana e l’altro qui, sulla Terra, lasciato ad invecchiare. Il viaggio c’è, ma molto più vicino. Solo a 408 km. distante da noi. Infatti uno dei due gemelli, Scott Kelly, ha trascorso 340 giorni consecutivi sulla Stazione Spaziale Internazionale, mentre suo fratello, Mark Kelly, anch’egli astronauta, stava sulla Terra.
Scott è, probabilmente, tornato più giovane rispetto a Mark di qualche millesimo di secondo, ma non è questo l’unico effetto degno di nota. Non è necessario viaggiare alla velocità della luce per avere delle incredibili sorprese. La Nasa ha effettuato diversi studi sul DNA di entrambi i fratelli, riscontrando risultati entusiasmanti. Il progetto Twins ha come obiettivo quello di studiare l’impatto che una permanenza prolungata nello spazio può avere sul corpo umano. La presenza di due gemelli ha fornito l’occasione unica di mettere a confronto due patrimoni genetici molto simili. Scott Kelly è tornato sulla Terra quasi due anni fa, il primo marzo 2016, e ancora non ha smesso di sbalordire.
Gli ultimi risultati infatti la Nasa li ha rilasciati pochi giorni fa.
I cambiamenti genetici
Il campo di ricerca dello studio sui gemelli è diviso in quattro macro-settori: fisiologia umana, salute comportamentale, microbiologia e indagine molecolare, per un totale di dieci lavori di ricerca specifici, coordinati dalla Human Research Program della Nasa. Grazie ad un gran numero di analisi che sono state effettuate è stato possibile rilevare un notevole cambiamento dell’espressione genica di Scott. Ovvero il processo grazie al quale un’informazione presente in un gene viene espressa, solitamente, in una proteina. Il cambiamento è avvenuto durante la sua permanenza nello spazio, in due anni la situazione è tornata ad essere quella di prima.
Alcuni parametri si sono stabilizzati dopo pochi giorni o poche ore, altri anche dopo sei mesi. Un altro cambiamento significativo riguarda i telomeri, le estremità dei cromosomi. Tendenzialmente dovrebbero si accorciare con l’invecchiamento, ma durante il periodo nella Stazione Spaziale si sono sorprendentemente allungati per poi riaccorciarsi dopo due giorni dal rientro.
L’obiettivo del progetto Twins, oltre alla ricerca nel campo della biologia, riguarda anche l’esplorazione spaziale. Sono stati controllati gli effetti di una così duratura permanenza sullo spazio per un’eventuale viaggio su Marte, che durerebbe tre anni. Questo studio resta quindi di un’importanza fondamentale. Una delle conseguenze che più hanno preoccupato gli esperti è stato un possibile declino di capacità intellettive, che però, fortunatamente, non si sono verificate.