Ricordate il Giro d’Italia 2009? Il russo Denis Menchov disputò una cronometro semplicemente mostruosa sul percorso delle Cinque Terre e conquistò la maglia rosa, che poi non mollò più fino al traguardo di Roma. Era una cronometro vallonata, ricca di salite e discese e ancora più ricca di curve, di quelle capaci di scavare dei veri e proprio solchi tra i favoriti per la classifica generale.
Ecco: ora trasportate quel ricordo al Giro d’Italia 2016, perché la cronometro individuale ribattezzata (per ragioni di sponsor) Chianti Classico Stage promette - sin da quando è stata presentata - di essere una tappa chiave nella narrazione della 99esima edizione della Corsa Rosa.
Il percorso e l’altimetria
Da Radda a Greve in Chianti i chilometri sono 40,5: tanti, ma per fortuna non abbastanza per naufragare e dover dire definitivamente addio alle speranze di gloria. Comunque quanti bastano per rivoluzionare completamente la classifica generale, che - siamo sicuri - dopo domenica 15 maggio non sarà la stessa, anche se già dopo la tappa dello sterrato qualcosa di grosso potrebbe essere successo.
Si parte in leggera salita fino al rilevamento cronometrico di Castellina in Chianti, e trovare il ritmo di pedalata nei primi 11,6 km si preannuncia davvero complicato tra la pendenza e le curve continue. Poi da Macia Morta alla Madonna di Pietracupa, e ancora fino a Panzano in Chianti (km 28,8), la strada si fa più semplice visto che tende a scendere, ma non si riposa mai perché le curve continue costringono a rilanciare spesso l’azione.
Il punto chiave
A decidere la tappa, però, sarà il finale: negli ultimi 12 km c’è la salita a Panzano in Chianti, davvero impegnativa, e chi ci arriverà in affanno potrà perdere diversi secondi dai migliori. Gli ultimi 7 km sono in discesa, facile, larga e veloce, ma attenzione all’insidioso finale: anche nel centro storico di Greve in Chianti è nascosta un’insidia, sottoforma di curva (quasi a 360°) a soli 300 metri dal traguardo.
Chianti Classico Stage è una cronometro individuale senza un attimo di respiro, sicuramente non adatta agli specialisti delle prove contro il tempo ma soprattutto difficile da interpretare per quei corridori con caratteristiche da scalatori puri: qui possono perdere anche diversi minuti, e veder scivolare via dalle mani le possibilità di vincere il Giro d’Italia 2016.