Appassionati di Ciclismo, non prendete impegni per sabato 14 maggio: il Giro d’Italia 2016 affronta la sua tappa numero 8, con partenza da Foligno (sede dell’arrivo di tappa del giorno prima) e arrivo ad Arezzo. In mezzo, il terno al lotto di una salita con lo sterrato. Per gli uomini di classifica è un vero e proprio rompicapo: sparare tutte le cartucce o gestire la gamba in vista dell’impegnativa cronometro in programma solo 24 ore più tardi? E quanto tempo si può perdere in caso di guaio meccanico?

Sono interrogativi da non dormirci la notte, ma andiamo a vedere insieme come si sviluppa la tappa.

Il percorso e l’altimetria

Si parte alle 12.25, anche se il villaggio di partenza di Piazza della Repubblica a Foligno apre già alle 9.30 per chi vuole ammirare le bici ai "box", scambiare due parole con i meccanici e fare le foto con i corridori mentre arrivano alla spicciolata al foglio di firma. Allineamento lungo le strade del centro cittadino e poi via, con il “km 0” posto al termine dell’abitato: si comincia a pedalare alla volta di Assisi, poi Umbertide, Città di Castello e con il passaggio da Monterchi (dove è posto il rifornimento) si entra ufficialmente in Provincia di Arezzo.

Lì si incontra quasi subito il GPM di Scheggia, un 3° categoria buono per racimolare i punti della maglia azzurra di miglior scalatore, poi si torna in pianura per dirigersi verso il traguardo volante di Indicatore e il circuito finale di Arezzo.

È lì, dopo 154 dei 186km del programma giornaliero, che la tappa entra nel vivo con un percorso davvero difficile.

Il punto chiave

È questo anche il punto chiave della tappa numero 8 del Giro 2016: si passa per la prima volta sotto la linea d’arrivo e si esce subito in direzione di San Polo, dove comincia la salita (e lo sterrato) dell’Alpe di Poti.

Eros Capecchi, che l’ha provata in anteprima per spiegarla al suo capitano Vincenzo Nibali, ha le idee molto chiare al riguardo: “è una salita vera, abbastanza lunga e con tratti duri sia sull’asfalto che nel tratto di strade bianche, che comincia con una pendenza al 14%. Penso che ci sarà selezione" ha raccontato a lanazione.it, ed è facile che possa avere ragione.

Ma non finisce lì: dopo la salita c’è una discesa - con tratti anche impegnativi - che riporta ad Arezzo e al suo centro storico. Anche l’ultimo chilometro è complicato: ai -900 metri c’è un tratto all’11% da gestire bene, poi un falsopiano con curve e selciato che può riscrivere in ogni momento la storia di questa tappa e fare la differenza tra un solo vincitore e tutti gli altri, sconfitti.

E chi ha speso troppo per arrivare a braccia alzate davanti al Duomo di Arezzo, rischia di pagare questo sforzo nella Chianti Classico Stage, la cronometro individuale che deciderà una buona fetta di Giro d’Italia 2016.