Sono passate poche settimane dall'annuncio delle quattro wildcard assegnate per il giro d'Italia numero 100. Le prescelte sono state la Bardiani-CSF (a cui l'invito spettava di diritto essendo squadra campione d'Italia), la Wilier-Selle Italia, la polacca CCC-Sprandi e la russa Gazprom-Rusvelo. Sono state proprio queste due scelte a far scaturire la "patriottica sommossa" dell'etere contro gli organizzatori del Giro, colpevoli di "non aver tutelato gli interessi dei team italiani" e che vede nelle due selezioni dell'est europa formazioni inferiori tecnicamente e per blasone alle tanto discusse escluse: l'Androni-Sidermec e la Nippo-Vini Fantini.
In un periodo di forte crisi economica e sportiva, l'esclusione dal Giro d'Italia, una competizione che garantisce agli sponsor tre settimane di visibilità, è senza dubbio un duro colpo che rischia di compromettere seriamente la permanenza di Androni e Vini Fantini nel mondo del Ciclismo. Per questo motivo nelle ultime settimane abbiamo assistito ad un susseguirsi di comunicati, petizioni ed interrogazioni parlamentari alle quali ha fatto seguito l'inusuale proposta di Gianni Savio, team manager dell'Androni-Sidermec: "Non ci siamo arresi e stiamo portando avanti una lotta per far sì che Androni e Nippo possano prendere parte al prossimo Giro d'Italia.
Forti dello strappo alla regola avvenuto già in occasione del Giro d'Italia del 2011, anno delle celebrazioni del 150° anniversario dell'unità d'Italia, in cui venne concessa una wildcard extra, riteniamo che una soluzione si possa trovare anche stavolta, dal momento che ci si appresta ad affrontare un evento straordinario. La proposta, già inoltrata agli organi competenti prevede la concessione di una quinta wildcard ad un team costituito da quattro atleti della Nippo-Vini Fantini e quattro atleti dell'Androni-Sidermec. Così facendo in gruppo si ritroverebbero solo otto unità in più, per un totale di 206 atleti a fronte dei 198 previsti attualmente; il limite UCI è fissato ad un massimo di 200 atleti in gruppo, ma riteniamo che 6 unità non rappresentino una differenza importante. Facciamo affidamento al buon senso di chi dovrà prendere questa decisione, in ballo c'è il futuro del ciclismo italiano".