A pochi giorni dalla conclusione di una stagione che è già considerata come una pietra miliare della storia del ciclismo, Tadej Pogacar ha già parlato di un possibile e inedito obiettivo che ha fatto discutere gli appassionati e gli addetti ai lavori negli ultimi mesi. Il fenomeno sloveno ha conquistato quest'anno sia il Giro d'Italia che il Tour de France, impresa che non veniva realizzata dal lontano 1998.

La sua superiorità, però, è stata talmente eclatante che in molti hanno pensato che Pogacar avrebbe potuto continuare il suo filotto di vittorie correndo anche la Vuelta Espana. Vincendo anche la corsa spagnola, il campione della UAE avrebbe realizzato un tris mai riuscito a nessuno nella storia del Ciclismo.

Pogacar ha però preferito rinunciare alla Vuelta e riposare in vista dei Mondiali e delle ultime corse della stagione, in cui ha realizzato altre imprese epiche. Parlando al giornale sloveno Siol, Pogacar ha spiegato che dietro al suo no alla Vuelta ci sono stati anche altri motivi: "È possibile vincere tutti e tre i grandi giri nello stesso anno, ma non voglio farmi nemici dove mi sento a casa", ha dichiarato lo sloveno.

Pogacar: 'Rispetto i miei compagni'

Tadej Pogacar ha dichiarato che la sua presenza a tutti e tre i grandi giri potrebbe mettere a rischio gli equilibri interni alla UAE Emirates. La squadra ha numerosi altri potenziali leader per le corse a tappe, da Adam Yates a Joao Almeida. Lo sloveno sa di poter contare sul loro prezioso aiuto quando è lui a guidare la squadra, ma anche di dover concedere un po' di spazio a questi gregari speciali che potrebbero avere ambizioni da leader in altre formazioni.

"È possibile vincere tutti e tre i grandi giri nello stesso anno, ma rispetto i miei compagni di squadra. Sappiamo che la UAE può vincere un grande giro anche senza di me. Non c'è bisogno di essere avidi nella mia squadra.

Non voglio farmi nemici dove mi sento a casa", ha dichiarato Pogacar.

Nonostante la storica doppietta nei grandi giri, il fuoriclasse della UAE ritiene che il suo successo più importante in questa stagione sia stato il Mondiale. "La maglia rosa e quella gialla sono belle, ma puoi indossarle solo per tre settimane. La maglia iridata la porti per tutta la stagione, in tutte le corse. Tutti ti vedono come il Campione del Mondo", ha raccontato Pogacar.

'Avevo la sensazione che gli sloveni non mi vedessero come uno di loro'

Il numero uno del ciclismo mondiale, ha parlato anche del grande momento che sta vivendo la Slovenia, con le sue imprese e i successi di Primoz Roglic, ma anche di come non si sia sentito così amato nel suo paese fino a poco tempo fa.

"Spero che tutti si rendano conto di quello che abbiamo realizzato insieme in Slovenia. Tutto è iniziato con Roglic, poi sono arrivato io, ma anche Mohoric, Tratnik e Novak. Un anno o due fa avevo la sensazione che gli sloveni non mi vedessero come uno di loro. Non penso che mi manchino i tifosi tra i miei connazionali, ma quelli che diffondono cose negative sono più visibili. Vedo anche commenti negativi online, ma ormai sempre meno", ha dichiarato Pogacar.