L’Europa guarda al futuro, verso il mercato unico dei contenuti digitali. Dal 2018 non esisterà più il geoblocking. L’intesa è stata raggiunta tra la commissione UR e il parlamento Europeo, aggiornando congiuntamente le attuali condizioni d’utilizzo sui servizi multimediali in abbonamento, attuando la strategia del Digital Single Market (DSM) su cui sta lavorando da anni. Rientrano in questa categoria ogni tipo di contenuti, serie TV, sport, film, musica, giochi e e-book.
Per qualsiasi servizio streaming a pagamento il passaggio sarà obbligatorio, dovranno concedere la possibilità agli abbonati di usufruire dei contenuti che hanno pagato al di fuori dei confini nazionali. Soltanto i servizi Streaming Free come Spotify Base potranno decidere se adeguarsi o meno alle nuove direttive.
L’accordo sulla portabilità dei servizi è pensato specificatamente per studenti e lavoratori che si trovano all’estero e l’utilizzo sarà limitato ad un periodo di tempo fisso. Per cui diciamo addio allo spiacevolissimo messaggio ‘il contenuto non è disponibile in questo paese’. Il blocco dei servizi è imposto dagli accordi di concessione dei diritti sui contenuti trasmessi in rete, ma all'interno dell'EU sia cittadini che merci possono da tempo circolare liberamente, sembra quindi pittosto ragionevole rettificare quest’assurdità ed estendere la fruizione streaming.
L'obiettivo è creare un unico mercato digitale, trasformare un business diviso in 28 nazioni in uno solo, con un contributo previsto di €415 miliardi l'anno.
La questione della privacy
La parte dell’intesa più controversa e di difficile gestione riguarda come accertare la residenza degli utenti in modo efficace e rispettoso delle leggi sulla privacy. Tra i metodi di verifica sono stati ipotizzati i controlli sui dati di pagamento, informazioni fiscali pubbliche, coordinate postali o indirizzi IP. I fornitori dei servizi avranno l’obbligo di informare i clienti sul modo con cui intendono stabilire la loro posizione geografica e prendere appropriate misure di sicurezza per proteggere i dati raccolti.
Il mercato streaming cresce
Secondo i dati diffusi dalla Commissione Europea, la metà degli abituali utilizzatori di internet (49%) ascolta musica, guarda video e gioca online. Una recente indagine di Nextplora (2016), istituto di ricerca specializzato in metodologie digital, il 15% degli utenti maggiorenni italiani ha utilizzato contenuti streaming a pagamento. Gli Italiani preferiscono Netflix (48%), a seguire Infinity (40%) e Skyonline (37%). I contenuti preferiti sono serie tv/film (61%), mentre il 59% ha ascoltato musica. L’85% degli utenti preferisce trasmissioni differite rispetto a quella in diretta (47%).
La pirateria è un fenomeno che ha comunque dimensioni importanti (78%) contro il 35% che paga per avere servizi legali. La nuova intesa raggiunta potrebbe ridimensionare il fenomeno.