Secondo quanto riportato dal New York Times il 28 dicembre 2017, alcuni giochi all'interno del Play Store potrebbero rappresentare una seria preoccupazione per la privacy non solo degli adulti, ma anche dei bambini di tutto il mondo.
Circa 250 giochi ci spiano a nostra insaputa
Pool 3D, Beer Pong: TrickShot, Real Bowling String 10 pin, Honey Quest.
Questi sono solo alcuni dei giochi sospettati di usare il microfono dello Smartphone in cui sono stati installati per ricavare informazioni dagli utenti.
Le app in questione utilizzano un software prodotto da un'azienda chiamata Alphonso, start-up che colleziona dati relativi alle preferenze televisive per proporre delle pubblicità ad un vasto pubblico.
Il software non solo riesce, tramite il microfono, a capire quale film/programma tv si sta guardando al momento, ma addirittura anche a localizzare la posizione del dispositivo.
Alphonso risponde alle critiche dichiarando che "il consumatore interessato sta partecipando volontariamente [alla raccolta dati] e può abbandonare il programma quando gli pare", nonostante ciò l'azienda si rifiuta di divulgare il numero di persone dalle quali sta raccogliendo le informazioni ed il nome delle applicazioni che utilizzano questo metodo per guadagnare soldi.
La dichiarazione shock del Signor Chordia
Chordia è l'amministratore delegato di Alphonso e ciò che disse durante una intervista sembra aver lasciato un po' tutti di stucco.
"Molte persone dopo aver utilizzato il proprio telefono lo spengono, ma alcuni non lo fanno e lo mettono semplicemente nella loro tasca. In questi casi riusciamo a capire, tramite lo studio di un piccolo campione, chi sta guardando un determinato spettacolo o film."
Abbastanza inquietante, vero? Eppure non finisce qui.
La tecnologia di cui Chordia parla sembra essere in uso anche sulla famosissima app Shazam, la cui acquisizione da parte di Apple avvenne l'11 dicembre 2017.
Sia Apple che Shazam non hanno ancora commentato la situazione e non ci si aspetta diversamente.
Evitare di essere spiati è abbastanza semplice in realtà: basta negare l'autorizzazione all'utilizzo del microfono da parte dell'app.
Per un adulto tutto ciò può ovviamente risultare banale, perché mai si dovrebbe consentire ad un giochino per smartphone l'utilizzo del microfono quando non è necessario? Il pubblico che sembra essere più esposto sono però i bambini, i quali non essendo a conoscenza di ciò che un'app può e non può fare potrebbero attivare, a loro insaputa, il software e dare il via alla raccolta dati creata da Chordia e Alphonso.