"Libertà l’ho vista dormire nei campi coltivati... a cielo e denaro, a cielo ed amore, protetta da un filo spinato. Libertà l’ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato... per un fruscio di ragazze a un ballo, per un compagno ubriaco". I versi, tratti da 'Il suonatore Jones', rendono al meglio l'idea contenuta ne 'Il principe libero', fiction ispirata alla vita ed alle opere di uno dei più grandi poeti della musica itaiana, Fabrizio De Andrè.

La miniserie in due puntate andrà in onda su Rai 1 il prossimo anno: non ci sono ancora date, ma probabilmente sarà trasmessa la settimana successiva a quella del Festival di Sanremo (scelta certamente non casuale), nel mese di febbraio del prossimo anno. Dori Ghezzi ne ha presentato un'anticipazione lampo a Milano, il 23 novembre. Una piccola anteprima per una produzione attesissima, ma anche piuttosto 'temuta', visto che non sarà certamente semplice trasportare sul piccolo schermo un personaggio atipico come il grande artista genovese. Un elemento però ha già messo d'accordo tutti: Faber avrà il volto di Luca Marinelli e questo sembra già un punto a favore, alla luce del talento di uno dei migliori attori italiani di ultima generazione.

Un artista unico

Dai Vangeli Apocrifi al Sessantotto, dalla letteratura alla Storia, dalle prostitute di Via del Campo agi indiani d'America. Non c'è tema che Fabrizio De Andrè non abbia affrontato nella sua lunga parabola musicale. Amato ed odiato, da cantautore 'di nicchia' a poeta visionario capace di interpretare con alcune sue metafore il cambiamento dei tempi. Un artista mai banale e ripetitivo, benché lui stesso si definisse un cantautore "dalle pochissime idee... ma in compenso fisse". Eppure quelle idee oggi riescono a catturare anche i giovani, nonostante siano già trascorsi quasi 19 anni dalla sua morte. Il film TV attraversa la sua vita, dall'infanzia agli esordi musicali, ai primi successi, alle contestazioni ad alcue sue opere sia del mondo cattolico che di quellla corrente anarchica alla quale apparteneva.

Poi i drammatici giorni del rapimento in Sardegna, i capolavori più maturi, la consacrazione di pubblico e critica. 'Il Principe libero' è la storia di un uomo e di un artista che si è sempre fedelmente specchiato nelle sue canzoni ed ha vissuto una vita 'in direzione ostinata e contraria', intesa a raccontare anche pagine tradizionalmente oscurate e trascurate della società perché, in fin dei conti, 'dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori'. Motivo per cui ha cantato le gesta dei primi e degli ultimi della Terra tra amore, guerra, tradimenti, follie, genocidi, ricchezza e povertà, ironia e tristezza, vita e morte.

Il film TV

Il titolo della produzione è un omaggio alla citazione di Samuel Bellamy, pirata britannico vissuto a cavallo tra il XVII ed il XVIII secolo.

'Io sono un principe libero ed ho altrettanta autorità di fare la guerra al mondo intero, quanto colui che ha cento navi in mare', una frase presente in un album di De Andrè, 'Le nuvole', in seconda di copertina. Il protagonista principale, come detto, è Luca Marinelli, vincitore del David di Donatello nel 2015 come attore non protagonista per la sua interpretazione in "Lo chiamavano Jeeg Robot" (era 'Lo Zingaro'). Valentina Bellé interpreta Dori Ghezzi, seconda moglie di Faber che insieme al marito ha condiviso anche i giorni drammatici del sequestro a Tempio Pausania nell'estate del 1979, quattro mesi di paura fino al dicembre dello stesso anno in cui i due artisti vennero liberati dai rapitori.

Il film racconta pertanto molteplici aspetti della vita di Fabrizio, dove non può mancare il forte legame con la sua Genova e l'amicizia con Paolo Villaggio, Luigi Tenco e Gino Paoli. La fiction è scritta da Francesca Serafini e Giordano Meacci con la collaborazione di Luca Facchini che cura anche la regia. Tra i lavori di Facchini ricordiamo 'A Farewell to Beat' che racconta l'ultimo viaggio in Amercia di Fernanda Pivano, giornalista e scrittrice che è stata collaboratrice di De Andrè.

Le critiche di Cristiano

Sulla produzione però ci sono anche da registrare le critiche di Cristiano De André, figlio maggiore di Faber e della sua prima moglie, Enrica 'Puny' Rignon dalla quale l'artista si è separato nel 1975, un anno dopo aver conosciuto Dori Ghezzi.

Quest'ultima, madre della secondogenita di Fabrizio De Andrè (Luvi) cura una Fondazione che gestisce gli archivi storici di scritti e brani del marito. "Si tratta di storie di quando ero piccolo e di altri temi delicati - dice Cristiano - ed io sono staccato da quello che fa Dori Ghezzi e non tutto quello che fa con la sua Fondazione mi piace". Quello tra Fabrizio e Cristiano, del resto, è stato a lungo un rapporto di amore-odio e, probabilmente, la rinconciliazione definitiva ci fu soltanto nel 1998 in occasione dell'ultimo tour di Fabrizio, il cui memorabile concerto al Teatro Brancaccio venne filmato e trasmesso successivamente dalla Rai pochi giorni prima della morte del cantautore genovese che si spense all'Istituto dei tumori di Milano nel gennaio del 1999.