Tornatore subito aveva minacciato difese legali, e prontamente era stato difeso anche sul piano morale da svariate attrici di peso come la Buy, la Gerini, che lo definiscono irreprensibile e signorile sul set. E allora la Trevisan che lo ha accusato di Molestie? Di essere stata inchiodata al muro dal regista nel suo ufficio ed essersi riuscita a svincolare non senza difficoltà?
Non possiamo ipotizzare menzogne né dall'una né dall'altra parte. La Trevisan è certo una donna di bellezza che non passa inosservata, ma è condizione solo necessaria e non sufficiente per essere aggredite sessualmente. Eppure la showgirl a distanza ravvicinata bissa le rivelazioni sulla sua (breve, 3 film in tutto) carriera di attrice oggetto di attenzioni particolari.
Galeotta fu la Puglia
Stavolta il molestatore è un certo Massimiliano Caroletti, più noto alle cronache rosa come il marito della ex star a luci rosse Eva Henger, ma al tempo direttore esecutivo sul set incriminato. Il megafono è ancora "Vanity Fair" cui la donna ha rilasciato interviste, il set appunto è quello di "Bastardi", girato in Puglia in quel di Trani nel 2006, ben due lustri or sono.
Ma la sua denuncia riguarda proprio il suo ridimensionamento di "artista" impostole, secondo lei, per i suoi netti rifiuti ad avance sessuali, fino a farle perdere la parola e l'udito in quanto relegata ad un ruolicino di "sordomuta" quasi presagio di denunce. E lo fa con decisione e senza paura, ed anche qui entrano in campo i legali. L'avv. Cianci, che difende la produzione del film, replica a muso duro smantellando a suo dire tutto il castello di accuse della donna, soprattutto osservando che il Caroletti non aveva alcun potere, spettanti solo a regista e al produttore, di 'provinare' la Trevisan e assegnarle la parte. Ma il potere di suggerire, condizionare? Non lo sappiamo.
Certo la tesi dell'avvocato, se reale fosse, inchioderebbe la Trevisan ad una brutto sotterfugio per riacquistare una notorietà mediamente appannata.
A chi credere?
Fatto sta che la Trevisan persiste nelle sue rivelazioni "postume", cioè a fatto morto e sepolto, forse incoraggiata dal generale clima di delazione scatenatosi come un incendio nel fogliame morto (ritorna) in tutto il mondo. Di sicuro possiamo dire con la Trevisan che le denunce aperte e solitarie contro il mondo dello spettacolo non lasciano alla vittima grandi aspettative di carriera. Anche quando carriera non sottintende loft milionari a Los Angeles, ma anche la possibilità di un vita dignitosa (che intende anche dignità) accompagnata alla passione.
Come non possiamo pensare a un regista come Tornatore, premio Oscar e vanto italiano, invischiarsi in bassissime "tecniche di seduzione" e sesso fugace. Ma se come ovvio la verità non si spacca in due, qualcuno dei due mente spudoratamente, e non sarebbe un bello "spettacolo".