La star della serie tv targata Fox Empire, Jussie Smollett, è finita nell'occhio del ciclone con l'accusa di falsa testimonianza: infatti l'attore americano avrebbe inscenato l'aggressione contro di lui avvenuta il 29 gennaio a Chicago, negli Stati Uniti, con due uomini che, secondo il racconto del 36enne, gli avrebbero rivolto anche insulti di stampo omofobo e razzista. Gli inquirenti, insospettiti dalla mancanza di testimoni e di prove derivanti dalle videocamere di sorveglianza, grazie alle indagini hanno scoperto che i due aggressori non erano altro che due ex comparse della serie Empire assoldate dallo stesso attore.

Circa 4mila dollari il compenso ai due per inscenare il crimine, con Smollett che rischia adesso tre anni di carcere e sta già affrontando le conseguenze del suo gesto sul piano lavorativo.

Caso Smollett, la Fox lo sospende

È infatti notizia delle ultime ore che la Fox, casa di produzione della serie Empire, ha deciso di sospendere l'attore e di eliminare dalla serie il personaggio di Jamal (interpretato da Smollett) per i due episodi conclusivi della quinta stagione. Una perdita grave per lo show che vedeva in Smollett uno dei protagonisti più amati dal pubblico, anche per la trasposizione in scena della sua lotta per i diritti della comunità LGBT.

Adesso sarà da vedere se la sospensione proseguirà anche per gli episodi della sesta stagione, che potrebbe rivelarsi l'ultima della serie.

Tra i moventi di questa finta aggressione messa in scena da Jussie Smollett, è stato riportata l'insofferenza dell'attore nei confronti del suo ingaggio, secondo lui troppo basso. Come riportato però dall'Hollywood Reporter, il compenso come interprete della serie Empire si aggirava addirittura sui 125mila dollari ad episodio, non certo una cifra di poco conto.

Le reazioni di Trump e dell'opinione pubblica

Non si è fatta attendere la reazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha affidato ad uno dei suoi consueti tweet il suo pensiero:

Infatti Smollett aveva dichiarato nella sua testimonianza che i due aggressori avevano un cappellino riportante l'acronimo MAGA, da tradurre con il motto Make America Great Again, marchio di fabbrica della campagna elettorale dell'attuale presidente statunitense.

L'opinione pubblica si era schierata apertamente in favore dell'attore dopo la presunta aggressione del 29 gennaio: quella stessa opinione pubblica si ritrova adesso ad indignarsi per questo episodio che svilisce anni di battaglie per i diritti LGBT condotti anche dallo stesso Smollett, rilasciato su cauzione (100mila dollari), ma che adesso andrà a processo il prossimo 14 marzo.