Sono ormai secoli che le tre piramidi della valla di Giza, in Egitto, stupiscono gli archeologi, ma anche e soprattutto gli ingegneri. Come è stato possibile tagliare e trasportare gli oltre 2 milioni di massi che compongono la grande piramide attribuita (forse erroneamente) al faraone Cheope? I massi pesano mediamente circa 20 tonnellate, ma molti sono più grandi, fino a 70 tonnellate ed oltre e sono lavorati con una tale precisione che fra due massi adiacenti non è possibile inserire neanche una carta di credito. Come li hanno tagliati? All'epoca, circa 4500 anni fa, non c'erano attrezzi di metallo resistente come il ferro o il bronzo, ma solo strumenti di legno o al massimo di rame, metallo troppo morbido per affrontare il duro granito per il quale, in verità, servirebbero, per poterlo lavorare, delle moderne seghe diamantate.
Più critico ancora è stato il trasporto di simili macigni, dalla cava alla piramide in costruzione, un percorso di molti chilometri. Si è sempre parlato di tronchi di alberi, non tenendo conto però che, sotto l'enorme carico di venti-trenta-settanta tonnellate, gli alberi usati per far procedere le pietre sarebbero stati maciullati solo dopo poche decine di metri, diventando rapidamente informe poltiglia. A trasportare carichi così onerosi, la nostra moderna tecnologia ci è riuscita solo da pochi anni e comunque, anche se abbiamo mezzi che possono trasportare 70 tonnellate, forse avrebbero difficoltà a supportare un carico concentrato in un cubo con poco più di uno o due metri di lato. Se quindi era impossibile per la tecnologia dell'epoca affrontare una simile costruzione, chi edificò veramente le grandi piramidi della valle di Giza?
Fu un interveto alieno a rendere possibile la costruzione delle piramidi?
C'è stato un intervento di tecnologia aliena? Questa l'intrigante domanda posta dal presidente del CUFOM, Angelo Carannante, al noto archeologo egiziano in visita alla città di Benevento. Zahi Hawass è stato ospitato in prefettura dove ha tenuto un suo intervento e presentato il libro di un autore del posto.
Carannante ha contribuito alla ospitalità dello studioso egiziano e della sua interprete che, in verità, era rimasta alquanto perplessa dall'intrigante quesito di Carannante, tanto da quasi bloccarlo senza voler riferire la domanda all'ospite.
E' stato lo stesso Hawass a volerne ascoltare la traduzione, incuriosito dalla reazione dell' interprete.
La sua risposta è stata categorica: fu il grande, antico popolo egiziano ad edificare le enormi piramidi, sotto la guida di valenti architetti. L'intervento alieno è del tutto fuori discussione. Del resto Hawass, come esponente della cultura egiziana nonché delle convinzioni della scienza ufficiale, non avrebbe mai potuto rispondere diversamente. Da apprezzare comunque la sua apertura e la simpatia con cui ha risposto al presidente del Centro Ufologico Mediterraneo, senza scomporsi più di tanto e affrontando l'argomento con chiarezza.
Carannante ha ringraziato l'interlocutore, ma probabilmente è rimasto sulle sue posizioni, anche perché il noto ospite non ha fornito spiegazioni tecniche ma solo il suo, comunque illustre parere.
Furono quindi gli alieni a supportare la costruzione delle piramidi d'Egitto? Zahi Hawass dice di no e, fino a prova contraria, è il suo parere che detta legge sull'argomento. Carannante attende con pazienza che prima o poi un autorevole studioso faccia la grande ammissione: "è vero, furono gli Anunnaki, abitanti del pianeta Nibiru, a fornire la tecnologia per edificare le grandi piramidi". Però, quando ciò accadrà, sarà forse la fine dell'ufologia.