L'elettorato è spaccato in due. Chi siriconosce nella sinistra italiana accusa, colpo dopo colpo, un totalesmarrimento. Non riesce a dichiararsi apertamente a favore dellepolitiche e strategie renziane, ma non riesce neppure a strappare latessera o, peggio ancora, a tradire la sua fede politica in favore dinuovi o vecchi partiti.

Renzi è una bomba

Renzi cavalca ilpalcoscenico come un attore navigato, ha una grande energia e alcontempo un notevole entusiasmo. Ha dismesso i logori grigi abitidella sinistra, non somiglia nemmeno lontanamente ai vecchi dirigenti. Forse è questo che lo fa acclamare dafolle giovani e meno giovani. Ma al tempo stesso le sue logichelasciano perplessi.

L'incontro con Berlusconi non è statosicuramente il peggior gesto della sinistra italiana (basti pensareal governo attuale partorito dal sodalizio tra Berlusconi e Letta),eppure è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Il partito è sempre stato diviso, nondimentichiamoci l'impallinamento di Prodi come presidente della Repubblica, ma adesso i contrasti non sono più solo in seno al partito, ma si sono estesi all'elettorato per intero.

Conseguenze

Non è certo una questione di cali diconsensi, ma è un problema di riconoscimento politico. Che piaccia ono, Matteo Renzi ha mostrato apertamente di non rifarsi alla "vecchiasinistra" e alle sue stantie ideologie. Che piaccia o no, MatteoRenzi non è solo il "nuovo che avanza", ma è anche la rotturaplateale verso il passato, il chiaro segnale che l'inciucio (o, perdirla con le sue parole, "l'accordo") è offerto ai media, agliitaliani, ai suoi elettori, all'Italia tutta.

L'elettore ha perso la sua identità,il suo valore di sinistra.

Può scegliere di abbracciare la correntedifendendo a spada tratta ogni azione mediatica e politica di Renzioppure nuotare contro corrente verso un evidente suicidio di massadella sinistra insieme a coloro che contrastano il Sindaco piùrampante d'Italia. Non ci sono apparenti alternative. Non adesso.