Nel mese di giugno, il governo Renzi ha in cantiere una serie di riforme che potranno cambiare la situazione in cui versa attualmente la nostra nazione. Il prossimo 13 giugno è previsto un tavolo tecnico per la riforma della Pubblica Amministrazione, poi ci sarà l'impegno per la riforma della Giustizia, delle pensioni ed altro ancora.

Per quanto riguarda la PA, la ministra Madia vuole mettere mano alla riforma cercando di modificare diverse norme che attengono al precariato, ai contratti bloccati, ai prepensionamenti, ecc. Proprio su quest'ultimo punto, il governo Renzi vuole evitare che i dipendenti statali rimangano al lavoro oltre l'età della pensione per poi favorire eventuali nuove entrate per risolvere il problema della disoccupazione.

Questa riforma dovrebbe garantire una certa flessibilità come sta avvenendo in Germania dove si può andare in pensione a 63 anni, invece che 67, ma solamente con i 45 anni di contributi.

Tra qualche giorno è previsto anche un incontro per risolvere la questione esodati, cioè per tutte quelle che persone che sono state costrette a lasciare il lavoro senza avere una pensione attenendosi a quanto stabilito dalla legge Fornero. C'è anche la problematica relativa ai pensionandi di Quota 96, cioè quegli insegnanti che sarebbero dovuti essere in pensione ma che invece sono stati bloccati al lavoro. La sottosegretaria Angela D'Onghia si impegnerà per risolvere la questione verificatasi a seguito di un errore commesso dall'ex ministra Fornero (che confuse l'anno solare con quello scolastico) a fronte di un onere per le casse dello Stato non eccessivamente alto.

Per quanto riguarda la situazione delle carceri italiane, l'Italia deve immediatamente trovare una soluzione per il problema dell'affollamento delle carceri. Proprio il Ministro della Giustizia, con il suo entourage, sta valutando se utilizzare l'indulto o l'amnistia per liberare le strutture penitenziarie dall'esubero di condannati. Comunque, un eventuale provvedimento di amnistia risolverebbe la problematica del sovraffollamento ma non quello della qualità delle strutture che ospitano i detenuti.