Il nome è azzeccatissimo e d'altronde non può che essere così. Un tempo non c'erano le conoscenze culturali per battezzare località o ambienti naturali con nomi altosonanti e gli indigeni sceglievano i nomi sulla base delle caratteristiche morfologiche o ambientali del luogo in cui vivevano. Un posto chiamato Agua Caliente fa percepire chiaramente il clima che si respira in quella zona del deserto che va da Yuma e Phoenix.

Per qualche tempo potrà fregiarsi della località che ospita la più ampia centrale fotovoltaica del mondo.

La superficie dei 5 milioni di pannelli installati è di 2.400 acri, pari al doppio dell'estensione di Central Park. I pannelli sfruttano la tecnologia thin-film (pellicola sottile) in tellururo di cadmio invece dell'abituale silicio. I vantaggi sono il minor costo del materiale e la sua maggior stabilità nel tempo. Di contro il cadmio è tossico (il suo utilizzo infatti è stato vietato dal Consiglio d'Europa a partire dal 2013) e l'efficienza del pannello in Cd-Te è inferiore a quella del silicio.

L'area esposta al sole dell'Arizona garantisce comunque una produzione annua di oltre 600 GW di energia, sufficiente a soddisfare il fabbisogno medio di 225.000 famiglie.

Le centrali solari installate nei deserti soffrono moltissimo della perdita di efficienza a causa della sabbia che si deposita sul vetro riducendo la quantità efficace della radiazione solare che innesca l'effetto fotovoltaico. La carenza di acqua spinge a cercare soluzioni "a secco" che ormai non sono più prototipi di macchine, ma robot perfettamente funzionanti.

Gli automi dell'azienda israeliana Ecoppia permettono ai pannelli solari di essere puliti per tutto l'anno con un tasso di riduzione della polvere del 99%. Il sistema si basa su una struttura simile a un pantografo posizionata sui pannelli fotovoltaici che consente al robot di scorrere sopra di essi, utilizzando una spazzola in microfibra morbida, rotante, che elimina le impurità senza ricorrere all'acqua.

La spazzola è poi supportata da un getto d'aria continuo, che contribuisce a portare via polvere e sabbia. L'alimentazione viene assicurata dagli stessi pannelli e quindi l'impianto definitivo risulta totalmente autonomo nel suo funzionamento.

I costi iniziali sono ancora elevati, ma la tecnologia e le economie di scala favoriscono le applicazioni sempre più diffuse di questi impianti. A differenza di una centrale tradizionale, sia essa a combustile fossile che a fissione atomica, la produzione di energia elettrica può essere immediatamente immessa nella rete a mano a mano che le installazioni procedono col piano di lavoro.

Il costo totale del parco è stato di 1,8 miliardi di dollari e ha ricevuto un prestito dal "Loan Program Office" del dipartimento governativo statunitense dell'energia.

E' stato persino risolto il problema dell'oscuramento temporaneo dell'impianto da parte delle rade nuvole che nascondono il sole. Sono stati infatti impiantati altri pannelli che entrano in funzione qualora ci siano stringhe oscurate: la potenza erogata rimane così pressoché costante durante l'irraggiamento giornaliero.

Il prossimo passo è prevedere controlli più intelligenti che possano prevedere l'arrivo delle nuvole e regolare la produzione di energia sulla base degli eventi meteorologici.

Con questo impianto, gli Stati Uniti possono dichiarare che l'1% della loro produzione di energia è solare. In questo momento il settore industriale americano con maggior tasso di crescita è legato all'industria del fotovoltaico. Il parco fotovoltaico di Agua Caliente è quindi destinato a conservare il primato per poco tempo. Già si prevede il potenziamento dell'impianto Ranch 1 nell'Antelope Valley, nel deserto del Mojave.