Delle 30 specie presenti sulla Terra oggi ne restano soltanto 5. Il valore del corno di rinoceronte si aggira su una cifra di 95 mila dollari al kg contro i 91,6 mila della cocaina (dati Blackmarket prices) ed è molto richiesto nei paesi asiatici, dove viene utilizzato nella medicina tradizionale. Il corno di rinoceronte è fatto di cheratina, la stessa componente dei capelli e delle unghie.

Una volta asportato può ricrescere, infatti per scoraggiare i bracconieri le autorità dello Zimbabwe hanno deciso di asportarli.

Ma non è sufficiente, ogni anno vengono uccisi oltre 1000 esemplari, solo nel 2015 siamo a un totale di 1338 secondo la IUCN, l'Unione internazionale per la Conservazione della Natura. I paesi più colpiti sono il Kenia, la Namibia e lo Zimbabwe, mentre una leggera diminuzione si è riscontrata in Sudafrica. Rimangono tuttavia dati allarmanti, sia per la crudeltà e l'agonia a cui sono sottoposti i poveri esemplari, sia per il pericolo sempre più importante di estinzione.

In Asia, Cina e Vietnam la situazione è ancora più critica e il bracconaggio è molto più attivo proprio per il loro utilizzo in medicina e come souvenir. Dalla leggenda che sia afrodisiaco, all'utilizzo nella medicina cinese, alle tazze che in passato si pensava cambiassero colore in presenta di un veleno, ai ciarlatani guaritori, alla fabbricazione di pugnali tradizionali la "Jambiya"  in Yemen, la richiesta è sempre molto alta. Ma il corno di rinoceronte non fa "gola" soltanto nei paesi asiatici, non molto lontani da noi. Ci sono stati furti infatti nei musei universitari italiani, parliamo solo del 2015, a Modena, Pisa e Bologna. Mentre è fallito il "colpo" di Genova nel Museo civico di Storia Naturale, perché i corni rubati erano di gesso.

Il WWF con la sua campagna di sensibilizzazione e con la collaborazione degli stati dove si trovano le specie sta riuscendo lentamente a ridurre questa mattanza, la popolazione dei rinoceronti africani è aumentata del 7,2% per il rinoceronte bianco e del 4,8% del rinoceronte nero ma ancora c'è molto da fare.