Il bracconaggio ai danni dei rinoceronti, per strappargli i corni che hanno sul muso, da rivendere sul mercato nero a caro prezzo, sta aumentando a dismisura. Le associazioni animaliste si stanno battendo per fermare la strage dei grandi mammiferi in Africa, ora a rischio estinzione: il numero di esemplari, infatti, si sta facendo sempre più esiguo. A tal proposito, un'azienda di Seattle ha presentato un nuovo progetto per creare dei corni in laboratorio, dotati dello stesso patrimonio genetico di quelli che madre natura ha posto sul muso dei rinoceronti.

I ricercatori assicurano che il corno artificiale non solo non andrà a danneggiare gli animali, ma avrà una qualità anche migliore rispetto a quello naturale.

Corni artificiali per far crollare il prezzo di mercato e bloccare i cacciatori di frodo

Il progetto è stato avanzato dalla società Pembient, gestita da due imprenditori, Matthew Markus e George Bonaci. Entrambi hanno evidenziato come i corni artificiali verrebbero realizzati rispettando il genoma degli animali, quindi senza nessuno strascico negativo per la loro sopravvivenza. Una volta testata la bontà del progetto, si potrebbe anche procedere alla realizzazione in laboratorio di zanne per salvare gli elefanti. Secondo i dirigenti dell'azienda statunitense, in questo modo, la presenza di corni creati "ad hoc", andrebbe a far crollare il valore di mercato di quelli naturali e, di conseguenza, bloccherebbe la domanda dei compratori e fermerebbe il bracconaggio una volta per tutte.

Il WWF si oppone: con questo sistema si favorisce bracconaggio

La grande e importante organizzazione ambientalista e animalista, intervenuta alla International Rhino Foundation, ha spiegato perché si sta opponendo alla soluzione "artificiale" proposta dall'azienda di Seattle. Secondo il WWF, l'introduzione di corni per rinoceronti creati in laboratorio non abbatterebbe affatto il loro mercato, anzi, rischierebbe di peggiorare la situazione. Difatti, produrre dei corni "finti", vorrebbe dire legittimarne il mercato e far salire alle stelle il prezzo di quelli "originali" che così diventerebbero ancora più rari, andando ad aumentare l'attività dei bracconieri e l'uccisione degli ultimi esemplari rimasti.

Il dibattito è acceso ed è anche spinto da una certa urgenza, poiché quella riguardante la tutela dei rinoceronti è una vera e propria emergenza.

Perché i corni dei rinoceronti sono così richiesti?

Come spesso accade, la caccia ai corni dei rinoceronti è legata ad una serie di credenze leggendarie e superstizioni. Infatti, molte popolazioni, ancora oggi, ritengono che le protuberanze crescano sui musi dei mammiferi per magia, portando con sé dei poteri miracolosi per guarire da malattie come i reumatismi o la gotta. Per questo motivo, in Paesi come Cina, Malesia, Corea e India ci sono numerose persone che non vedono l'ora di possedere un corno di rinoceronte per triturarlo e ricavarne pozioni "miracolose".

Nonostante la scienza abbia più volte spiegato che essi non sono altro che il prodotto di accumuli di cheratina, cioè la stessa sostanza di cui sono formate le nostre unghie o gli zoccoli delle mucche, molte civiltà ancora credono che i corni siano fondamentali per guarire dalle malattie. Le associazioni animaliste, piuttosto che puntare sulla realizzazione di prodotti artificiali, ritengono fondamentale che si porti avanti una campagna di educazione e informazione tra queste popolazioni, affinché capiscano che uccidere un rinoceronte per acquistarne il corno a peso d'oro, non ha alcun beneficio, anzi, contribuisce a far sparire dal pianeta un'intera specie.