La decisione presa da Parlamento e Consiglio d’Europa col decreto del 23 aprile 2009 fissa dei limiti per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2020. In particolare ciascuno stato membro della UE è tenuto ad adempiere a tali direttive in misura proporzionale e percentuale alle emissioni di gas del 2005 (per l’Italia -13%). Tutto questo in linea con la convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che ha l’obiettivo di stabilizzare le concentrazioni di gas a effetto serra evitando che la temperatura annuale aumenti di oltre 2°C rispetto ai livelli dell’era preindustriale, il che significa dimezzare il totale delle emissioni entro il 2050.

Dal momento che le normative europee si fanno sempre più pressanti e che le auto rappresentano una grossa fetta dell’inquinamento atmosferico, non si tratta di fantascienza se si discute su ciò sostituirà l’attuale sistema energetico che alimenta le autovetture. Gli automobilisti infatti sono sempre più in balìa delle polemiche sul prezzo dei carburanti tradizionali (benzina e diesel) e sui divieti di circolazione che periodicamente numerose città del nostro Paese mettono in atto. È in arrivo l’auto elettrica come bene di consumo di massa? Forse. In realtà le auto elettriche hanno fatto capolino più volte sul mercato dell’auto, l’ultima negli anni ’90 con prezzi decisamente poco convenienti, il doppio rispetto al modello analogo alimentato nella maniera tradizionale, e prestazioni modeste.

Ma questa svolta “verde” degli autoveicoli potrebbe essere quella buona. I segnali di questi giorni sono incoraggianti. Il 16 agosto 2010 è partita da Ginevra la Zero Emissione Race, il giro del mondo in sella a mezzi di trasporto alimentati con energia elettrica, che vede lo sfoggio dei veicoli elettrici provenienti dai cinque Continenti.

Non solo. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha promesso di portare un milione di veicoli elettrici sulle strade americane entro il 2015 facendone uno dei punti cardine del suo programma di ripresa economica. Diversi sono infatti i progetti in circolazione, che vedono coinvolte case automobilistiche, pubbliche amministrazioni e aziende elettriche impegnate ad abbattere i costi ancora alti per la produzione dei veicoli.

La prima voce è relativa alle batterie al litio che dovrebbero dare energia ai veicoli elettrici, ma che sono molto costose tanto per la costruzione quanto per l’alimentazione delle stesse, dal momento che le auto hanno un’autonomia piuttosto ridotta. Su questo punto sarà certamente utile l’esperienza maturata con le vetture ibride, le auto con motore elettrico e motore termico. Ma cosa succederà al sistema elettrico? La diffusione di massa di veicoli elettrici e di stazioni di caricamento metterà a dura prova il sistema di carico e la sua prevedibilità? La rete di distribuzione dovrà dotarsi con tutta probabilità di sistemi di accumulo che rilasceranno energia nelle ore di maggiore consumo e si ricaricheranno quando la domanda è minore.

Visto che l’energia elettrica può essere prodotta da più fonti che non emettono anidride carbonica, la prima sfida sarà quella di preparare le infrastrutture che garantiranno un impatto meno drammatico sui consumi di energia elettrica dovuti all’invasione delle auto ecologiche.

Un sicuro giovamento dall’avvento delle eco-car lo trarrano le assicurazioni auto, che contemplano all’interno dei propri contratti categorie differenti a seconda dei consumi del mezzo, e con la diminuzione delle emissioni (i veicoli alimentati con energia elettrica sono privi di emissioni dirette, eccetto le polveri per l’usura di freni e pneumatici) si faranno più leggere. Un bel vantaggio, per poter tirare un sospiro dal caro-polizza con l’aria pulita delle nostre città.