Keita Baldè Diao, ieri pomeriggio, al "Bentegodi", contro il Chievo Verona, ha dato spettacolo cancellando in un batter d'occhio i nostalgici di Hernanes e regalando tre punti alla Lazio. Il giovane senegalese, naturalizzato spagnolo, ha sfiancato i giocatori clivensi con la sua velocità,dando ragione a Reja che lo aveva schierato titolare e rendendo orgoglioso il suo mentore, Tare.

Talento puro

Keita, ad appena 18 anni, rischia di essere uno dei crack di questa stagione. Il ragazzo ha tutto: tecnica, velocità e controllo palla. Ama partire da lontano, per far valere la sua grande progressione, e, una volta che ha il pallone tra i piedi, toglierglielo è quasi impossibile.

Ora che ha fatto veder ciò di cui è capace, i tifosi lo vogliono titolare ad ogni costo, anche per dare alla squadra quella fantasia, che, con la partenza di Hernanes, si è persa. Keita ha dimostrato di poter giocare largo a sinistra e, l'intesa con Candreva, si è subito rivelata perfetta. Con Felipe Anderson che continua ad essere un oggetto misterioso ed Ederson rotto, il senegalese naturalizzato spagnolo, pare essere l'unico in grado di accendere la lampadina della Lazio di Reja.

Alla Lazio "per scherzo"

Keita è cresciuto, manco a dirlo, nella "Cantera" del Barcellona e il suo trasferimento alla Lazio si deve al fatto che il club catalano, non giudicava "consoni" alcuni comportamenti del ragazzo.

Nel 2010, con il Barcellona in Qatar per un torneo, il numero 14 biancoceleste mise un cubetto di ghiaccio nel letto di un suo compagno di squadra. La cosa non andò giù alla dirigenza blaugrana, che lo mandò in "prestito punitivo" ad un squadra affiliata, il Cornellà. Il Barcellona, però, non tenne conto dei regolamenti e del carattere del ragazzo.

In Spagna, infatti, il prestito per i giovani non è contemplato, ci si limita ad un'opzione, dopo di che, si firma un nuovo contratto con il vecchio club e si tona alla base. Keita però, dopo aver segnato 47 gol in una stagione, si rifiutò di tornare alla Masìa, e, di fatto, si ritrovò libero. Tare fu il più svelto di tutti ad aggiudicarsi il ragazzo.

La Lazio versò un indennizzo di appena 270 mila euro al Barcellona e 30 mila al Cornellà e si portò Keita a Roma.

Ora chi lo toglie?

Ora che Keita ha stregato il campionato e i tifosi, sarà dura per Reja toglierlo. Il tecnico invita alla prudenza, ma, già con Petkovic, il ragazzo aveva fatto vedere doti fuori da comune. Va irrobustito un po' fisicamente, ma la sua tecnica e la sua velocità possono essere devastanti per il proseguo del campionato e dare a Reja un'arma in più nella corsa all'Europa League. La Lazio, quindi, si ritrova in casa un giocatore dal grande futuro a costo zero, grazie alla lungimiranza di Tare. A volte i campioni non c'è bisogno di andarli a pescare fuori, basta vedere in casa propria.