L'uomo dei records, l'ex capitano rossoblù Daniele Conti, ritorna al Cagliari come collaboratore tecnico. Insegnerà tattica del centrocampo, reparto che conosce molto bene, alle squadre giovanili, dalla primavera ai giovanissimi regionali, ma ci sarà da scommettere che molte sue lezioni avranno come argomento il concetto di attaccamento alla maglia e perché no, alla Sardegna e ai sardi, del tutto identico a quello sviluppato molti anni prima da Gigi Riva.

Lacrime e retrocessione

Sembra già lontanissimo quel 31 maggio scorso allo stadio sant'Elia, con l'ultima partita del campionato di serie A coincisa con il suo addio al calcio giocato e con il Cagliari già matematicamente retrocesso. Il capitano in lacrime salutava i suoi tifosi per l'ultima volta, avvilito e distrutto, per non essere riuscito a centrare l'ultima impresa: salvare la squadra dalla rovinosa caduta in Serie B

Da qui i dissidi e qualche malumore col nuovo presidente Giulini, dovuti più che altro ad un'annata disgraziata e storta, piuttosto che a chissà quale incomprensione. C'era soltanto bisogno di tempo per il rientro in società e l'attesa si è conclusa pochi giorni dopo il suo 37° compleanno, con la proposta, subito accettata, del nuovo incarico.

 

Il più presente di tutti

Se Rombo di Tuono coi sardi ha vinto lo storico scudetto del 1970, Daniele Conti con 16 campionati e 464 presenze, ha battuto ogni primato di gare ufficiali giocate. Arrivato a vent'anni dalla Roma, alla corte dell'allora presidente Cellino, nella stagione 1999/2000, dopo un inizio stentato, ha pian piano acquistato fiducia nei suoi mezzi, diventando una pedina inamovibile nel centrocampo cagliaritano. Di reti ne ha segnate ben 51. Su tutti spicca quella fatta in casa contro il Napoli, nella stagione 2007/2008: segnò al 95° minuto il gol vittoria. Quell'anno la squadra ottenne un insperata salvezza.

La nazionale sarda

Il calcio italiano è pieno zeppo di errori madornali.

Uno dei più clamorosi fu quello di non averlo mai convocato nella nazionale maggiore, ma anche in questo caso non si è signori per niente: "La mia nazionale è stata sempre il Cagliari, il resto, - compreso il rifiuto sistematico di trasferirsi in squadre più blasonate, dove avrebbe guadagnato e vinto molto di più, - non mi interessa."

Il suo amore per il calcio più bello e pulito, l'ha sempre dimostrato, ma giocando col Torino due anni fa ci fu l'apoteosi: minuto 75° il Cagliari è sotto 1 a 2. Preciso cross di Cossu dalla sinistra e colpo di testa perentorio del centrocampista, che lascia di stucco il portiere avversario Gillet. Gol fantastico, con Conti che per festeggiare il gol, corre ad abbracciare il figlio Manuel. Sono questi i gesti che fanno bene al calcio e che valgono più di mille trofei.

Gliel'ha detto anche Dessena, attuale e sfortunato capitano rossoblù: "La fascia è ancora tua!"

Bentornato Daniele!