Al giro di boa sorridono Maurizio Sarri e Massimiliano Allegri. La Serie A 2015/2016 ha consegnato il simbolico titolo d’inverno al Napoli (41 punti), non accadeva da quasi 26 anni, dalla stagione 1989/90. È il giusto premio per la squadra che in questo momento gioca il miglior calcio del campionato. L’Inter perde la vetta dopo la sconfitta in casa con il Sassuolo e viene agganciata da una Juventus (entrambe a 39 punti) che vince sul campo della Sampdoria mettendo in fila la nona vittoria e, probabilmente, resta la grande favorita per lo scudetto.

Impensabile fino a due mesi fa.

Higuain e Sarri, gli assi azzurri

Dietro ad una star c’è sempre un grande regista che ne esalta le caratteristiche e questa regola, che vale quasi sempre per il mondo del cinema, è in vigore anche per il calcio. Con 38 reti all’attivo, il Napoli capolista ha il miglior attacco del torneo. Gonzalo Higuain ha messo a segno quasi la metà dei gol azzurri, ben 18. Viste ad occhio nudo, sono cifre che potrebbero dare ad un grande solista come il “pipita” i principali meriti del rendimento dei partenopei. In effetti Higuain, con la media di quasi un centro a partita, sta vivendo una stagione straordinaria.

Ma tanto lui quanto i vari Hamsik, Insigne, Albiol ed Allan stanno beneficiando del gioco di Maurizio Sarri, capace di cambiare in corso d’opera dopo che il suo 4-3-1-2 iniziale, con Valdifiori schierato come metronomo ed Insigne trequartista, aveva fruttato appena due punti in tre partite. Un accorgimento, piccolo ma decisivo, nel passaggio al 4-3-3 che consente ad Hamsik di avere più margini di manovra e ad Insigne la possibilità di essere incisivo in avanti. Il risultato sono i tanti palloni giocabili che arrivano ad Higuain che sa essere micidiale negli ultimi sedici metri. Sarri sta sfruttando al meglio le caratteristiche dei suoi elementi più tecnici, spesso “ingabbiati” nella passata stagione tra le pastoie tattiche di Rafa Benitez.

Squadra corta e ben organizzata, tanto movimento senza palla, perfetta coesistenza tra i reparti ed indubbia versatilità tattica. Rispetto al modulo adottato ad Empoli dunque, Maurizio Sarri ha cambiato in corso d’opera una pedina, per il resto c’è il gioco arioso già ammirato nella squadra toscana con, ovviamente, tanta qualità in più.

La rimonta strepitosa dei bianconeri

Quando alla fine di ottobre la Juventus usci sconfitta dal terreno del Sassuolo (era la decima giornata) aveva 11 punti di distacco dalla Roma capolista. Classifica alla mano, nelle ultime nove giornate in cui i bianconeri hanno ottenuto tutti i 27 punti a disposizione, hanno rimontato e sopravanzato l’allora capolista di sedici punti (i giallorossi sono a -5 dalla Juve), hanno recuperato 10 punti all’Inter con la quale condividono la piazza d’onore e rosicchiato 7 lunghezze al Napoli campione d’inverno.

Cosa sia accaduto in poco più di due mesi è facilmente spiegabile, nessun miracolo sportivo. Non era facile “somatizzare” l’addio di tre colonne portanti del gioco di Allegri come Pirlo, Vidal e Tevez ed oltretutto la lunga catena di infortuni di inizio stagione non aveva permesso di mettere in campo la squadra pensata in estate. Le strigliate del dopo-Sassuolo, arrivate da un leader mai pago di vittorie come Gigi Buffon hanno sortito i loro effetti. Diversi però gli elementi chiave del decollo bianconero dal punto di vista tattico: nel 3-5-2 di Massimiliano Allegri risultano fondamentali la ritrovata forma di Pogba e la piena efficienza fisica di Khedira e Marchisio, oltre agli inserimenti felici di Alex Sandro e Cuadrado.

E se non c’è più Tevez a far gol, la partenza dell’attaccante argentino è stata compensata dall’esplosione del giovane connazionale Paulo Dybala, autore di 5 gol e 3 passaggi decisivi nelle ultime 8 gare di campionato. L’ex punta del Palermo ha costituito il tandem perfetto con Mandzukic, fantasia unita a potenza. Tutto questo in attesa che Morata torni al gol.