Jurgen Klinsmann, la "Pantegana bionda" per i Gialappi, è uno dei simboli del calcio nostrano anni Novanta. Emblema di un periodo d'oro per l'Italia del pallone, quando il nostro campionato era un po' la Liga e un po' la Premier di oggi: insomma un mix perfetto. Il migliore torneo del mondo sia a livello tecnico che in ambito commerciale anche se sembrano passati secoli da quei giorni.
Klinsmann:dall'Inter all'America
L'Inter dei tedeschi era la risposta in piccolo al stratosferico Milan degli olandesi: il fischio del Trap era un marchio di fabbrica e il derby di Milano era davvero il derby numero uno. In quegli anni, il biondo di Goppingen si porta a casa una Supercoppa Italiana e, soprattutto, uno scudetto, lo scudetto dei record: non male vista la concorrenza.
Nel 1992 Klinsmann saluta il calcio italiano per altri lidi, da buon globetrotter del pallone: prima il Monaco, poi il Bayern, in mezzo il Tottenham perché un'esperienza inglese non può certo mancare. La Sampdoria, mezza stagione abbastanza frenetica e nevrotica, è l'ultimo approdo di Jurgen in Serie A, poi l'avventura negli Usa.
In America la 'pantegana bionda' tira davvero tanto, sarà merito della vetrina italiana, sarà merito degli ultimi anni di carriera oppure del Mondiale 2006 vissuto da ct della Germania. Non si sa bene il perché, ma per gli americani vedere Jurgen sbracciare a bordo campo è un onore, o meglio era così fino a poco tempo fa.
Jurgen Klinsmann: l'attacco aereo
Un episodio davvero bizzarro e insolito quello capitato nello Stadio di Columbus poco prima di Usa - Guatemala. Un piccolo velivolo svolazza nel cielo per mostrare a pubblico e tv un immenso striscione con scritto sopra: "Licenziate Klinsmann: è rimasto un po' attardato".
Il riferimento era diretto al brutto scivolone che la nazionale americana aveva patito in Guatemala pochi giorni prima: uno zero a due senza appello che ha generato furenti critiche tra gli amanti del soccer a stelle e strisce.
Klinsmann ha risposto sul campo alle pressioni esterne con un bel 4 a 0 che ha sistemato un po' le cose, o almeno ha momentaneamente incollato qualche coccio. Peccato però che l'ambiente sia davvero bollente: gli Usa si stanno giocando il passaggio al girone di qualificazione per Russia 2018 e le difficoltà non sono poche.
Il calcio Usa è cambiato tanto in questi anni: la Major League è sempre più seguita e anche se il richiamo europeo è ben'altra cosa, il livello tecnico sale sempre più. Quando Klinsmann scendeva in campo sul terreno di San Siro, l'America del pallone era cosa lontana. Era quasi una bestemmia accostare le due cose, era un qualcosa di indefinito, ma anche di simpatico, era un po' Alexi Lalas. Ora i tempi e le aspettative sono cambiate. Occhio al cielo, Jurgen!