Quella che si sta svolgendo in Francia è la quindicesima edizione di una manifestazione, gli Europei di calcio, fondata nel 1960 dall’idea di Henri Delaunay. Momento solenne, dà il termometro dell’evoluzione di questo sport e aggiorna i suoi primati a livello continentale. Ma l’Europa è ancora l’ombelico del mondo a livello calcistico? Secondo la rivista italiana di geopolitica Limes, uscita con un numero intitolato “Il potere del pallone” e “il calcio è sempre meno europeo”.
E per quale motivo? “Diritti tv e finanza stanno de-europeizzando il più veterocontinentale degli sport, spostandone il baricentro a est". Qui entrano in causa diversi fattori: dal protagonismo degli oligarchi russi alle mire dei paesi del Medioriente, mentre la leadership mondiale della Cina è una partita che si gioca ormai anche a colpi di calcio. Non è un caso, allora, che magnati cinesi stiano mettendo le mani su Milano, sulla sponda sia nerazzurra che rossonera. Perché i campionati nazionali e le competizioni continentali targate Uefa restano comunque il baricentro di un fenomeno che è nato in Europa, ma oggi è un industria mondiale con interessi economici che i paesi dell’est soprattutto intendono coltivare a proprio favore, con esiti e interrogativi tutti da scoprire.