"Vado... l'ammazzo e torno": ecco, rispolveriamo il titolo del film del 1967 per descrivere una delle serate europee più belle. Probabilmente, l'effetto zebrato sulle maglie ha trasformato anche coloro che le indossavano: la brutta prestazione di Palermo, ora, è solo un brutto ricordo. La Juve si comporta da Juve, la povera Dinamo Zagabria può far poco e niente contro gli undici leoni mandati in campo da Massimiliano Allegri.

Dopo appena 24' minuti di orologio, è Miralem Pjanić a spianare la strada e ad aprire una serata da incubo per il giovane portiere croato Adrian Šemper. I Campioni d'Italia gestiscono il match senza fretta ed è sempre dai piedi del centrocampista bosniaco, ispirato come non mai (uscirà poi all'intervallo per un problema al polpaccio, ma più a scopo precauzionale, lasciando il posto a Cuadrado), che Gonzalo Higuaín può infilare all'angolino, col sinistro, per il primo gol in trasferta con la nuova maglia. Non è certo partita per parlare di valutazioni tecniche, ma ci si può soffermare sull'atteggiamento della Vecchia Signora, che nella trasferta di Palermo, sembrava aver perso un pò lo smalto, evidenziando un comportamento quasi pigro, a non voler rischiare molto.

Nella serata di Zagabria, invece, l'undici bianconero ha sempre cercato la rete, fino al 90' minuto, senza però rischiare troppo e farsi infilare nelle ripartenze, e tutto questo, viene confermato dai dati: 72,2% di possesso palla, 211 verticalizzazioni, baricentro molto alto (56,7 metri), e anche 90,3% di passaggi riusciti, il che afferma davvero pochi sbagli sotto il piano tecnico, tenendo sempre in mano la gara e aspettando il momento giusto per colpire la fragile difesa dei croati.

Dybala si sblocca, Allegri sperimenta, e Dani Alves...

E poi, c'era una domanda che risuonava pesantemente nella testa dei tifosi juventini: quando si sblocca Dybala? Aveva ragione Allegri a fare esercizio di pazienza, perché ecco che La Joya firma la sua prima perla edizione 2016-17: lasciato totalmente libero, l'argentino fa partire un sinistro potentissimo da 30 metri per mettere il punto esclamativo sulla rotonda vittoria della squadra nella (seconda) notte di Champions.

L'intesa con Higuaín ancora latita (0 passaggi tra i due in partita), ma si può tranquillamente migliorare perfezionare la coppia in HD. Risultato e tre punti ormai in tasca, Allegri sperimenta il 4-2-3-1 con Cuadrado (che fin lì, se la cava anche da mezzala al posto di Pjanić) Dybala e Pjaça alle spalle di Mario Mandzukić, e le occasioni continuano a fioccare, soprattutto con lo stesso Pjaça che va molto vicino al gol dell'ex. E poi c'è lui, Dani Alves, che non si può dire che non sia in un periodo di grazia: dopo quel tacco involontario di Goldaniga sul suo tiro che ha regalato alla Juve la vittoria sul Palermo, arriva anche la deviazione di Schildenfeld sul suo calcio di punizione, che inganna Šemper e firma il definitivo poker per la Juventus, una Juventus formato europeo.

Ora c'è l'Empoli domenica, ma il prossimo in Champions è il Lione, obiettivo? Risistemare la classifica, perché quel primo posto a pari punti nel girone è un buon traguardo, ma Madama preferisce essere l'unica a guardare tutti dall'alto.