La CONMEBOL (Confederación sudamericana de Fútbol), annovera tra le sue fila dieci nazioni che hanno messo insieme la bellezza di 9 titoli iridati (5 del Brasile, 2 a testa per Argentina e Uruguay). Dieci squadre, delle quali nessuna sfigurerebbe nelle fasi finali della più importante manifestazione sportiva al mondo. Eppure c'è posto solo per quattro, forse cinque (spareggio permettendo).
Nei prossimi giorni, avranno luogo l'undicesima e la dodicesima giornata (delle 18 previste), con incontri a dir poco bollenti: si scenderà in campo giovedì 10 e martedì 15 novembre (vale a dire nelle notti di venerdì 11 e mercoledì 16 in Italia). Brasile vs Argentina sarà solo una delle tante partite di cartello, molte delle quali decisive per le storti di alcune fra le più quotate nazionali di calcio.
Chi scende e chi sale
Ad oggi l'Argentina sarebbe fuori dai giochi, che di per sé è già una notizia. Le due sconfitte a tavolino inflitte dalla #FIFA alla Bolivia (rea di aver schierato in campo un giocatore privo dei requisiti) hanno fatto sì che il Cile l'abbia scavalcata in classifica per migliore differenza reti.
La "Albiceleste" recupera Leo #Messi, assente per infortunio nelle ultime tre uscite (due pareggi e una sconfitta), che rappresenta un'iniezione di fiducia per tutto l'ambiente. Il clima che accompagna la corazzata argentina è positivo, c'è ottimismo e rilassatezza: l'obiettivo è ottenere 6 punti su 6. Al centro dell'attacco dovrebbe giocare #Higuaín.
Sull'altra sponda, il Brasile arriva al "Clasico sudamericano" forte del primo posto (21 punti), raggiunto grazie alle ultime convincenti prestazioni e alla ventata d'aria nuova portata dal tecnico Tite, che ha ridato alla "Seleção" la sua caratteristica anima offensiva e spumeggiante. La stella #Neymar è attesa per oggi, martedì, e contribuirà ad accrescere l'entusiasmo dei tifosi, già presenti in maniera massiva ieri al primo allenamento (più di 8.000).
La sfida si disputerà al Mineirão, teatro della storica disfatta contro la Germania. Saranno poi attesi a Lima dal Perù, guidato dall'argentino Gareca, che si giocherà il tutto per tutto in questo doppio turno (giovedì contro il Paraguay): al momento sono 5 i punti che li separano da un'eventuale (miracolosa) qualificazione.
Sono proprio i "Guaraní" la mina vagante del torneo: potrebbero fare lo sgambetto alle più quotate rivali, sfruttando il sempre temibile fattore campo nonché lo spirito da combattenti puri che da sempre li contraddistingue. Nell'ultimo turno sono stati capaci di andare a vincere in casa dell'Argentina. Tra i convocati, figurano anche gli "italiani" Gómez (Milan) e Iturbe (Roma).
L'Uruguay affronterà a Montevideo l'Ecuador (squadra solida, senza nomi di spicco, ma con un collettivo collaudato, che sfiderà in casa la cenerentola Venezuela) e a Santiago il Cile. Potrà contare sui gol di #Suárez (premiato ieri come "Pichichi" della "Liga" per il 2015/16) e su un secondo posto che gli permette, se non altro, di affrontare le gare con la dovuta, relativa, tranquillità. Nella prima sfida non sarà arruolabile Cavani, il bomber (ex Napoli e Palermo) in forza al PSG (squalificato e infortunato).
La partita tra Colombia e Cile viene, per importanza, subito dopo il "clasico", sia per posizioni in classifica sia per tasso tecnico: per i "cafeteros", il tecnico argentino Pekerman dovrà sciogliere il dubbio che riguarda il possibile ritorno al centro dell'attacco di Falcao, rinato in quel di Montecarlo, insediato dal giovane Borja (già all'attivo 8 partite in serie A, stagione 2013/14 con il Livorno), che sta facendo faville in patria con l'Atletico Nacional (soprattutto nelle competizioni continentali in America Latina).
Dal canto suo la "Roja", favorita dalla vittoria a tavolino sulla Bolivia (che si sta dando da fare più in ufficio che sul campo e si è vista respingere il ricorso dalla Fifa), cercherà di fare punti e non cedere posizioni, guidata dal DT argentino Pizzi e da giocatori del calibro di Vidal, Sánchez e Bravo.