Il troppo stroppia e sembra che i puristi cultori e appassionati del calcio italiano vedano con profonda preoccupazione la drastica riduzione del pareggio tra i risultati possibili di ogni partita di Serie A. Quello che è stato lo spauracchio del calcio nostrano per moltissimi anni, ossia il pareggio a reti inviolate, manca di incidere come un tempo e le interpretazioni si sprecano.

Un'analisi pubblicata su Yahoo Sports mette sul banco degli imputati il numero di squadre (20) della massima serie. Troppe, secondo certi analisti, i quali pensano che il divario economico tra chi lotta per vincere il titolo e chi per non retrocedere sia tale da giustificare l’esiguo dato. 39 partite su 196 sono terminate in parità. Si tratta del 19,9%. Hanno fatto meglio in Inghilterra dov'è la percentuale di pareggi è del 22,38%, in Spagna (27,53), in Olanda (30,25) , in Germania (25,69) e in Francia (25,76).

Questi ultimi dati sgombrerebbero il campo da ogni equivoco sul valore dei tre punti per ogni vittoria qual è possibile causa della diminuzione del numero di pareggi.

Infatti anche nei paesi stranieri vige la stessa regola eppure il dato italiano continua ad essere in controtendenza. Un fattore determinante in questo dato ci deve pur essere. Con ogni probabilità, il fattore economico è per forza di cose determinante anche se non è detto che deve essere inteso e per forza valutato con i bilanci contabili delle società.

Una volta, pareggiare tra le mura amiche e in trasferta poteva essere considerato vantaggioso per i supporter. Oggi, con il crescere dell'esposizione mediatica dell'evento calcistico e con l’avvento di una nuova tipologia di appassionati questo risultato potrebbe essere diventato penalizzante. Al punto che non è da escludere che la motivazione principale dell'assoluta mancanza di incidenza del pareggio sui risultati finali (ai livello del passato) potrebbe fare riferimento diretto al bisogno di spettacolarizzare le partite in casa anche a costo di perdere quelle in trasferta.

Tale comportamento incentiverebbe maggiormente i Tifosi ad andare allo stadio o ad aumentare l’audience televisivo.

Persino il risultato della battaglia per non retrocedere ha due possibili interpretazioni. La prima, di stampo più pessimistico, denuncia un peggioramento del livello calcistico delle squadre di metà classifica, le quali si adaguerebbero sulle proprie posizioni non più pressate dalla paura di finire in posizioni calde di bassa classifica. Un'altra interpretazione, invece , più ottimistica, vede tutto ciò come una maggiore è più concreta possibilità da parte delle squadre non di vertice di centrare l'annata buona e di insidiare le grandi per la vittoria dello scudetto o per arrivare in zona europa.

Questo secondo punto di vista diventa interessante. Se così fosse, costringerebbe (finalmente) le grandi e ricche società a puntare maggiormente sull'Europa League, recentemente bistrattata dalle nostre formazioni, quasi fosse una pessima copia della Coppa Italia nostrana.