Il professionismo a Latina? Sparito, ricomparso e poi nuovamente svanito. Fino a tempo indeterminato. Benvenuti nella follia del caso Fondi-Racing Fondi-Racing Latina e ora, con ogni probabilità, ancora Racing Fondi. Il riassunto delle puntate precedenti è doveroso per sottolineare, come ancora una volta, il calcio italiano abbia peccato di superficialità non tanto nell'applicazione delle regole, bensì nelle tempistiche e nel vuoto regolamentare legato al trasferimento del titolo sportivo, pratica consueta in sport come la pallacanestro, molto meno in quel coacervo di emozioni e attaccamento territoriale che è il calcio.

Il pasticcio di Pezone

Constatata la difficoltà di rapporti con la piazza di Fondi, Antonio Pezone, l’imprenditore che dopo la retrocessione e la scomparsa della Racing Roma aveva salvato il calcio a Fondi rilevando il club messo in vendita da Unicusano approdato a Terni, aveva deciso di spostare tutto nella vicina Latina dove, perso il professionismo a seguito del fallimento che ha impedito di disputare la Serie C “meritata sul campo” dopo la retrocessione dalla B. Dalle parti del "Francioni" il sindaco Coletta aveva radunato un pool di imprenditori locali disposti a far ripartire il calcio dalla massima categoria dilettantistica, ma è ovvio che il ritorno così inatteso tra i pro, attraverso la nascita del Racing Latina che avrebbe dovuto giocare le gare interne proprio al "Francioni" aveva spazzato via quest’ipotesi pur in punta di regolamento.

Tavecchio dice no

Nel calcio infatti il trasferimento del titolo sportivo è possibile solo in casi di comprovata eccezionalità, non riscontrati dal presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio, che ha gelato gli entusiasmi del popolo nerazzurro negando il trasferimento. I tifosi di Fondi ritrovano quindi il professionismo perso a tavolino senza un perché e la squadra allenata da Giuseppe Giannini, peraltro ex responsabile del settore giovanile del Latina negli ultimi mesi pre-fallimento, giocherà al “Purificato”. Peccato che il ritiro fosse cominciato con le divise griffate Racing Latina, società che a tutti gli effetti non è mai esistita, non essendo mai stata affiliata, né esisterà mai.

Tutti scontenti

Pezone non ha replicato ufficialmente a Tavecchio, che peraltro agisce in pieno rispetto del regolamento, ma ora si ritrova la palla nella propria metà campo e sarà costretto a ricostruire i rapporti con la piazza di Fondi, già complicati dai primi giorni e poi crollati dopo la “fuga” ora cancellata dal provvedimento federale. Non che il provvedimento sia stato preso male dai tifosi pontini, certo felici di evitare l’ennesimo sprofondo tra i dilettanti, ma perplessi di fronte a un salvataggio inatteso quanto eticamente disponibile. Fatto sta che oltre al danno c’è il rischio della beffa perché il tempo perso a cullare un posto in Serie C rischia di costare pure l’addio alla Serie D: manca infatti appena una settimana alla scadenza dei termini per le iscrizioni al massimo campionato dilettantistico, tempo che sembra insufficiente per riannodare i fili della cordata di imprenditori, costituire la società presso il notaio e affiliarla alla Federcalcio e quindi versare la quota per l’iscrizione.

Per il Latina, quindi, al pari di Como, Mantova, Maceratese e Messina, si prospetta la sparizione dalla mappa del professionismo: al momento solo a Como ci sono solide speranze di ripartire dalla Serie D.