A far parlare, anzi, a far scalpore negli ultimi giorni nel mondo calcistico italiano le dichiarazioni di Gigio Donnarumma, il giovanissimo portiere rossonero. L’estremo difensore ha, infatti, dichiarato di aver firmato il suo plurimilionario contratto, da 6 milioni annui, sotto forti pressioni psicologiche.

Il braccio di ferro tra l’entourage del giocatore e la società che sembrava essersi finalmente concluso l’11 luglio scorso con la firma sul rinnovo, è ora pronto a riesplodere in maniera ancora più tumultuosa.

Gigio Donnarumma, facciamo il punto

Una battaglia destinata a consumarsi anche sul piano legale e contrattuale. Il pomo della discordia è, infatti, il mancato deposito in Lega di una clausola inerente il prezzo del cartellino del giocatore in caso di cessione: 40 milioni in caso di mancata qualificazione in Champions League e 70 a qualificazione raggiunta. Questa clausola, come sostiene la società rossonera, non è stata depositata in quanto non sottoscritta dal giocatore ed è proprio su questa mancata sottoscrizione che fa leva Raiola. Da quanto sostiene, questa inadempienza sarebbe stata dettata dalle pressioni psicologiche esercitate sul suo assistito e quindi, in virtù di ciò, ha chiesto l’annullamento del rinnovo.

Una richiesta che il Milan non sembra affatto propenso ad accogliere, come dimostrano anche le risolute dichiarazioni di Mirabelli. Con un eventuale annullamento, Donnarumma si avvarrebbe del precedente contratto, in scadenza a giugno 2018, e potrebbe così svincolarsi a parametro zero in estate.

Donnarumma e il suo coinvolgimento emotivo

Continua a non essere chiarissima, comunque, la posizione del diretto interessato che di certo non sta vivendo con serenità questa situazione. Emblematiche le sue lacrime a seguito della dura contestazione dei tifosi dopo la partita di Coppa Italia con l’Hellas Verona. Se ne sono dette tante, già in estate, e continuano tuttora a dirsene. Si riempiono pagine di giornali, i social network fioccano di insulti e offese.

Tutti sanno o, quanto meno, tutti hanno la presunzione di sapere cosa dovrebbe dire o fare Donnarumma. Tutti, tranne lui.

Una cosa infatti sembra certa: Gigio è in totale confusione. Ma, forse, lo è sempre stato, da quando il 25 Ottobre 2015 fece la sua prima apparizione su un campo di Serie A. Da quando si prospettò davanti a lui, in maniera repentina e immotivata, un futuro già scritto da numero uno del mondo. Aspettative altissime che hanno generato pressioni che Donnarumma non è stato in grado di reggere. Ma come avrebbe potuto? Come potrebbe affrontare in maniera adulta e matura una tale situazione?

Non vogliamo di certo essere i suoi avvocati o scrivere una sua apologia ma prima di giudicare e di sentenziare, vogliamo evidenziare questo aspetto: Gigio è un ragazzo di 18 anni con la terza media.

Come possiamo pretendere una condotta integerrima e autorevole da un ragazzo con poca esperienza? Da un ragazzo, probabilmente in balia delle decisioni dell’agente e dei genitori, che verosimilmente non ha mai avuto esperienze di vita significative al di fuori del rettangolo di gioco.

Si sarebbe potuto comportare in maniera diversa? Sicuramente. Magari quell’esame di stato, accantonato per le spiagge di Ibiza, avrebbe potuto giovargli in termini di crescita personale. Vuoi vedere che magari quell’istruzione, troppo spesso bistrattata, a qualcosa serve?