Ancora Ronaldo. Sempre Ronaldo. Proprio come nella finale dello scorso anno il portoghese appare all'improvviso e trasforma il sogno di un popolo nel peggiore degli incubi. Un popolo, quello juventino, che fino a 30" dalla fine aveva assaporato il traguardo, la dolcezza di una rimonta che pareva impossibile, l'aroma di un'impresa epica. E' ancora Ronaldo a svegliare i bianconeri, sparando all'incrocio dei pali un pallone che, al 98' di una partita leggendaria, pesa come e più di un macigno.

Il Real passa, la juve va a casa, ma a testa alta e con un cuore enorme. Perchè dopo i tre schiaffi dell'andata i bianconeri hanno giocato la partita della vita, mettendo alle corde un Real impreciso e disattento. La doppietta di Mandzukic ed il gol di Matuidi alimentano il lumicino delle speranze bianconere, che con il passare dei minuti cresce sempre di più fino a diventare un falò. Mancano 30" all'impresa, a quei supplementari che si avvicinano come un'oasi nel deserto per i tifosi bianconeri, assiepati nell'angolo più caliente del "Bernabeu". Poi il fattaccio. Sulla sponda aerea di Ronaldo, Lucas Vazquez è lesto ad anticipare Benatia che lo mette giù.

Calcio di rigore. Buffon è una furia e chiude (probabilmente) la sua carriera in Champions con un rosso evitabile. Tra i pali va Szczesny. Il polacco intuisce la direzione, ma il pallone che esce dal piede di Ronaldo è potente, preciso, imparabile, il Real avanza, ma quanti brividi.

Mandzukic trascinatore

La partenza della Juventus è bruciante. L'inno della Champions risuona ancora nelle orecchie dei 75000 del "Bernabeu" quando Douglas Costa (preferito a Cuadrado) taglia il campo per vie centrali ed allarga verso Khedira, il cross del tedesco è perfetto e trova Mandzukic, che arriva come un treno sul secondo palo e di testa porta in vantaggio i suoi. Dopo pochi minuti è ancora Douglas Costa, autentica spina nel fianco della difesa Madridista a rubare e servire un pallone che Higuain, diturbato da Navas e dal ritorno della difesa Blanca non riesce ad indirizzare in porta.

La temperatura del Bernabeu scende. Bale ed Isco provano ad incendiare di nuovo l'ambiente ma Buffon è bravo a dire di no al gallese, mentre il gol del fantasista spagnolo non viene convalidato per fuorigioco. Per la riapertura del discorso qualificazione basta aspettare poco più di 20'. Il cross dalla destra di Lichsteiner (subentrato dopo 17' al posto di De Sciglio infortunato) è telecomandato sulla testa di Mandzukic, che stravince ancora il duello aereo con Carvajal ed infila Navas sul primo palo. Il Real, ferito, prova a riportarsi in avanti, ma Buffon è prima prodigioso a negare ad Isco (il migliore dei suoi) il gol dell'1-2 e poi fortunato sulla traversa colpita da Varane.

La beffa

Il Real rientra in campo più propositivo, ma nè AsensioVazquez (subentrati a Bale e Casemiro) riescono a dare rapidità ed imprevedibilità ad una manovra che sbatte a lungo sugli scogli bianconeri.

Serve un episodio per indirizzare, da una parte o dall'altra, una gara statica, ma sempre sull'orlo dell'esplosione. L'episodio arriva al 61', quando Navas dimostra ancora una volta di essere un gradino sotto ai migliori portieri europei non trattenendo un tiro-cross di Douglas Costa ed offrendo a Matuidi, grande escluso della gara d'andata, la palla del 3-0. Lo spicchio dei tifosi bianconeri è incandescente, cosi come lo è Ronaldo, che non risparmia urlacci ai compagni e che ci prova con una conclusione deviata in angolo da un provvidenziale Pjanic. Il miracolo di Buffon su Isco nel finale sembra il preludio ai supplementari ma, a 30" dalla fine, il Real trova il rigore per un contatto Vazquez-Benatia in area.

Ogni minuto che passa il pallone pesa di più. Ne trascorrono ben cinque tra l'assegnazione del penalty e la battuta, per via delle vibranti proteste bianconere che portano anche all'espulsione di Buffon. In porta va Szczesny, che intuisce, ma non è abbastanza. Il pallone è dentro, la Juventus fuori, ma a testa altissima.