E' il minuto 27 del primo tempo di Juventus-Bologna. Buffon, con i piedi, sbaglia il passaggio indirizzato a Rugani, si inserisce Crisetig che si invola in area di rigore e qui viene messo giù, nel tentativo di recuperare, dallo stesso Daniele Rugani. Il direttore di gara, Irrati, fischia rigore (netto) ed estrae il cartellino giallo ai danni del difensore bianconero. Ma non andava espulso?

Intorno a questo interrogativo si scatenano le polemiche del dopo partita. Si invocano regolamenti e si citano esempi, su tutti quello della settimana scorsa che aveva visto protagonista il difensore del Napoli, Koulibaly, in Fiorentina-Napoli. Ma molti dimenticano che, a partire dalla stagione agonistica 2017-2018 che si sta concludendo, con l'introduzione del Var è venuta meno, in molti casi, anche la cosiddetta "tripla sanzione" che prevedeva il calcio di rigore, l'espulsione e la squalifica automatica. Intanto per la cronaca, la gara di ieri sera è finita 3-1 per i padroni di casa della Juventus.

Cosa recita il Regolamento

A fare un po' di chiarezza, ma forse non del tutto, è l'articolo 12 del "Regolamento del gioco del calcio" della Ifab - International football association board che, in sintesi, spiega che se un calciatore nega alla squadra avversaria la segnatura di una rete o un’evidente opportunità di segnare una rete con un fallo di mano, il calciatore dovrà essere espulso, a prescindere dal punto in cui avviene l’infrazione. Ma se un calciatore commette un’infrazione contro un avversario, al quale nega un’evidente opportunità di segnare una rete e l’arbitro assegna un calcio di rigore, il calciatore colpevole dovrà essere ammonito, se l’infrazione deriva da un tentativo di giocare il pallone. Mentre in tutte le altre circostanze vengono citati esempi come trattenere, spingere, tirare, mancanza della possibilità di giocare il pallone, il calciatore che commette il fallo dovrà essere espulso.

Ma a chi spetta la valutazione finale se il giocatore ha commesso l'irregolarità tentando di giocare o meno la palla? Ovviamente all'arbitro. E questo non aiuta a placare le polemiche, tanto che, nel dopo partita, l'allenatore del Bologna, Roberto Donadoni, ha rimarcato, ai microfoni di Sky e altre tv, che il fallo di Rugani fosse da espulsione.

Il precedente che dà ragione all'arbitro

Soltanto sette giorni fa un caso analogo in Fiorentina-Napoli: l'episodio ha visto protagonista il difensore partenopeo Kalidou Koulibaly che stende l'attaccante Simeone lanciato a rete. In un primo momento l'arbitro Mazzoleni indica il dischetto e concede il calcio di rigore e ammonisce Koulibaly, poi, dopo aver consultato il Var, rivede la sua decisione: il fallo è fuori area di rigore e quindi è punizione per la Fiorentina.

Ma il giallo al difensore si trasforma in cartellino rosso in quanto fallo da ultimo uomo. Insomma, se non fosse stato per l'infrazione iniziata fuori dai 16 metri dell'area di rigore, Mazzoleni avrebbe adottato la stessa linea di condotta applicata ieri sera da Irrati. Entrambi avrebbero valutato gli interventi dei due difensori finalizzati alla riconquista del pallone, pur commettendo fallo.

Diverso il caso Juan Jesus

Parliamo della partita Roma-Chievo: il difensore giallorosso commette fallo ai danni dell'attaccante Inglese in area di rigore. In questo caso il direttore di gara Calvarese ha concesso il rigore e ha espulso direttamente il difensore. Perché? Dalle immagini si vede abbastanza chiaramente che Juan Jesus si disinteressa del pallone e va a colpire l'avversario. Insomma, questo episodio può rientrare tra gli esempi che vengono citati chiaramente nel Regolamento e quindi dà ragione alla decisione dell'arbitro.