Dopo un girone giocato ad alto livello, il Napoli esce dalla Champions, una competizione che per i partenopei è croce e delizia: notti magiche, ma anche eliminazione clamorose. La partita di Anfield è di quelle ad altissimo coefficiente di difficoltà, ma agli azzurri basta perdere con un gol di scarto, segnandone almeno uno. Ancelotti manda in campo la formazione "titolare" in Champions: Maksimovic terzino destro, i soliti Koulibaly e Albiol in mezzo, a sinistra Mario Rui che ha ancora la meglio su Ghoulam, non ancora pronto per i 90 minuti in una sfida del genere; a centrocampo c'è Hamsik a costruire gioco, Allan a fare da filtro, Callejon e Fabian sugli esterni; avanti, i piccoletti, Lorenzo e Ciro.

La partita

I partenopei partono anche bene, ma dopo i primi 10 minuti esce fuori il Liverpool e da li è quasi un monologo Reds fino a fine primo tempo. Il Napoli prova ad impostare da dietro, ma gli inglesi pressano alto con un ritmo ed un intensità impressionante, rendendo impossibile l'uscita in palleggio degli avversari che faticano a macinare gioco e sono costretti a schiacciarsi nella propria metà campo, molto spesso commettendo errori evitabili.

La svolta arriva al minuto 34: Mario Rui si ferma colpevolmente reclamando un fallo da parte di Salah che però si trova uno contro uno in area con Koulibaly che gli concede il fondo con troppa facilità, il resto lo fa Ospina.

L'estremo difensore colombiano anticipa il movimento in uscita venendo beffato dall'egiziano sul suo palo, uno a zero Liverpool.

Il Napoli non riesce ad uscire, nemmeno l'intervallo aiuta gli azzurri, che vengono però scossi dalle sostituzioni di Ancelotti. Dentro Zielinski, Milik e Ghoulam al posto rispettivamente di Fabian, Mertens e Mario Rui. Inizia una nuova partita. Gli azzurri iniziano a proporsi in avanti, con maggiore pericolosità, mettendo in difficoltà una squadra che, Van Dijk a parte, non fa della difesa il suo punto di forza. Le offensive partenopee continuano e Milik a tempo scaduto ha la chance di pareggiarla, ma un Alisson in versione Superman nega la gioia del gol al polacco, finisce uno a zero.

Ora l'Europa League

Il Napoli esce dalla competizione, ed ha sicuramente molto su cui recriminare: il pareggio a tempo scaduto di Di Maria, la traversa di Insigne a Belgrado, il goal nel finale con la Stella Rossa al San Paolo e, non ultima, la follia di inserire la squadra finalista dell'ultima Champions League in terza fascia, ma questa è un'altra storia. Nel calcio quello che conta è il campo, che ha emesso un giudizio inattaccabile: il Napoli è una delle grandi d'Europa. Giocarsi una qualificazione alla pari con PSG e Liverpool non è roba per tutti, solo una grandissima squadra può riuscirci, una squadra che può essere annoverata nella top ten d'Europa senza, per questo, peccare di presunzione.

E allora sì, che il Napoli da febbraio inizierà una nuova competizione, l'Europa League, ma la inizia da favorita e vincerla dovrà essere un obiettivo per gli uomini di Mr. Ancelotti, chiamati a riportare a Napoli un trofeo che manca da troppo tempo.