È arrivata solo ieri la notizia che la Federal Bureau of Investigation sembra aver trovato il modo per accedere ai dati contenuti nel cellulare dell'autore della strage di San Bernardino, cosa che ha incuriosito in molti, non ultimi il management della Apple che richiede, ora, la condivisione delle informazioni ottenute. È cosa ampiamente conosciuta il fatto che ogni iPhone è protetto da un sistema di codice numerico d'identificazione personale, meglio conosciuto con l'acronimo inglese PIN.

Ma a proteggere gli iPhone possono essere anche le impronte digitali o delle semplici password. E sono questi gli ostacoli con cui si è dovuta confrontare il Federal Bureau of Investigation per riuscire ad accedere ai dati contenuti nel dispositivo mobile di uno degli attentatori della strage di San Bernardino. 

Ma sembra che l'NSA, cioè la National Security Agency - che ricordiamo si occupa insieme alla Central Intelligency agency e alla Federal Bureau of Investigation, della sicurezza nazionale degli Stati Uniti d'America - abbia trovato la soluzione al problema. Ancora neanche l'FBI sa come ha fatto questa terza parte, estranea al processo, a violare i sistemi di sicurezza dell'iPhone 5c.

Nel frattempo in rete si trovano numerosi suggerimenti.

Tra le più convincenti c'è quella che prevede l'uso di acido e del laser. Suggerimento proveniente da Ars Technica, secondo cui si possono togliere gli elementi esterni del processore dell'iPhone e leggere l'ID presente al suo interno, che ricordiamo essere unico per ogni chip. Una volta ottenuto l'ID, si potranno copiare i dati archiviati crittografati su un altro personal computer, quindi utilizzare tutte le combinazioni di PIN possibili per accedere. Metodo che potrebbe risultare molto pericoloso perché potrebbero perdersi tutti i dati contenuti all'interno del cellulare.

Sempre sullo stesso sito si trova un altro suggerimento per l'FBI.

In presenza di un bug dentro il software SecuRom, si potrebbe caricare il software personalizzato per oltrepassare la protezione di sicurezza dei PIN. Sono già sei i bug SecuRom accertati, e se l'FBI avesse scoperto il settimo modo di violazione dei sistemi di sicurezza iPhone, potrebbe sbloccare tranquillamente tutti gli apparecchi informatici della Apple. Cosa che chiaramente preoccupa molto la società di Cupertino, perché da ora in poi nessun iPhone sarebbe più al sicuro.

Anche i ricercatori della famosa università americana John Hopkins hanno rilevato che si possono recuperare fotografie dalle chat di iMessage criptate. Problema che esiste da mesi e che ha costretto i tecnici Apple a realizzare due aggiornamenti, l'iOS 9 e l'iOS 9.3. Insomma, sembra che in molti stiano scendendo in campo al fianco del Dipartimento di Giustizia americano e con l'FBI per una "risoluzione tecnica" e veloce della situazione.