La finale di Coppa Italia che vedeva in gara per la coppa il Napoli e la Fiorentina, ha scritto una brutta pagina di sport. Siamo il Paese della vergogna. Dove sono le istituzioni? Quest le dichiarazioni, la rabbia e la denuncia di Marisa Grasso, vedova dell'ispettore capo Filippo Raciti, all'indomani della finale di Coppa Italia.
Dove sono le istituzioni? E noi, tutti noi dove siamo?
Ma davvero nessun italiano si vergogna per gli episodi di ieri? Davvero nessuno si sente ferito per quello che è successo prima, durante e dopo la finale di Coppa Italia? Ma in che Paese viviamo? Bisogna avere il chiedere il permesso a un camorrista della peggiore specie per giocare una partita di calcio?
Marisa Grasso dice che quanto accade è una vergogna. Ed è stata buona. Ma come si sarà sentita questa donna che ha perso il marito massacrato dall'ultras Speziale, vedere quella scritta orrenda sulla maglietta di Genny a'carogna: Speziale libero. E il calcio che fa? Invece di allontanare questa gente, gli lecca i fondelli.
E' inaudito. Quanti Filippo Raciti devono morire ancora? Quanti tifosi devono rimanere paralizzati? Quante vittime? Quanta paura? Quanta rabbia?
Non bastavano le sbarre di ferro, i bastoni, le bombe carta. Ora spuntano anche le pistole. E si spara per cosa? Solo per il gusto di farlo. Qui il calcio e la tifoseria c'entrano poco. Queste sono persone malate solo di violenza e null'altro. Godono alla vista di distruzione e sangue. E la beffa è che sono anche tutti schedati come il romano che ha ferito a morte il tifoso napoletano. Un nome noto alla giustizia. Non è la prima volta che si macchia di delitti del genere. Certo, è stato anche arrestato, ma subito dopo, però è stato lasciato libero di continuare a delinquere ancora.
Ma c'è di più. Quanto successo alla gente è scivolato addosso subito. Avvezzi al malaffare? Abituati alla morte? Assuefatti alla violenza? Come se non fosse successo nulla a Napoli ieri sera, si è festeggiato. Ma che cosa c'era da festeggiare. Dopo quanto successo, che senso aveva più la finale di Coppa Italia? Che importanza poteva avere chi aveva vinto o perso? Di sicuro aveva perso il calcio, lo sport e l'Italia intera.
Bisognava chiudersi in casa tutti, nessuno escluso, e meditare sulle nostre vergogne e sulle nostre miserie. Dove sono le istituzioni, chiede Marisa Grasso. Ma noi, tutti noi, dove siamo?