La Giordania scaglia una violenta rappresaglia contro il terrorismo islamico dell'Isis, il Ministro degli Esteri giordano Nasser Judeh, intervistato dalla Cnn, ha pubblicamente dichiarato che il suo paese attaccherà l'organizzazione terroristica ovunque e senza un attimo di tregua. La reazione giordana è scaturita dopo la barbara uccisione del pilota Muath al-Kasaesbeh, l'uomo era stato fatto entrare in una gabbia di ferro e poi bruciato vivo, provocandone una morte atroce.

L'operazione anti terroristica è stata denominata 'Martire Muath' e sono già partiti i primi bombardamenti contro le postazioni dei terroristi, l'azione ha interessato la Siria e l'Iraq.

Il Ministro giordano nell'intervista televisiva, ha anche dichiarato che la rappresaglia intrapresa è solo alla fase iniziale: 'faremo tremare la terra sotto l'Islam', ha poi aggiunto. A partire da ieri 5 febbraio, decine di caccia di Amman, hanno violentemente bombardato gli obiettivi terroristici e dopo la missione, hanno sorvolato la città natale del pilota ucciso. Da Amman è anche partito un comunicato agghiacciante, diretto ai terroristi: 'Pagherete per ogni capello di Muath', inoltre non hanno escluso un attacco di terra, secondo quanto dichiarato dal quotidiano giordano Al-Arab Al-Yawm.

Sempre nella giornata di ieri il re giordano Abdullah II, ha promesso una durissima reazione della Giordania contro l'Isis: 'Sosterremo una battaglia per proteggere la nostra fede, i nostri valori e i principi umani'. Intanto lo stesso re giordano, si è recato nella città di Karak a 120 chilometri dalla capitale, per portare le sue condoglianze ai familiari del pilota: 'il sangue del nostro pilota non sarà versato invano' ha dichiarato Abdullah ai genitori di Muath. Ora la battaglia è ufficialmente aperta e la rabbia della Giordania si scatenerà violentemente contro il terrorismo, avendo già iniziato a giustiziare i due terroristi dell'Isis, prigionieri di Amman. L'allerta internazionale si rafforza ancor di più a causa di inevitabili reazioni terroristiche, causate da questo attacco frontale che si sta sviluppando sul mondo islamico.