L'accaduto - Ieri giornata di lutto in Pakistan a seguito dell'incidente occorso due giorni fa ad un elicottero militare MI 17 statunitense. L'apparecchio, che stava sorvolando la regione settentrionale del paese, sarebbe andato a schiantarsi su una scuola pubblica gestita dall'esercito provocando la morte di almeno sette persone. Tra queste vi sarebbero anche gli ambasciatori in Pakistan di Norvegia, Leif Larsen, e delle Filippine, Domingo Lucenario, e le mogli degli agenti diplomatici di Indonesia e Malesia.

Oltre a loro anche tre membri dell'equipaggio sarebbero rimasti uccisi nello schianto, mentre avrebbero riportato ferite gli ambasciatori olandese e polacco. Incolumi i diplomatici di Romania, Sudafrica e Libano, anche loro a bordo del velivolo, il quale faceva parte di un convoglio costituito da tre elicotteri diretti a Gilgit-Baltisan, nel Kashmir conteso da anni. Un passeggero ha detto che si trattava di un viaggio con finalità diplomatiche nel quale erano coinvolti diversi paesi, infatti era in programma che gli ambasciatori e il personale diplomatico prendessero parte all'inaugurazione di un progetto turistico.

Tra i partecipanti doveva esserci anche il primo ministro Nawaz Sharif, ma l'aereo a bordo del quale viaggiava quest'ultimo avrebbe cambiato rotta per rientrare a Islamabad appena giunta la notizia dell'elicottero precipitato.

La versione del governo - Il direttore generale dell'ufficio stampa dell'esercito (Ispr), generale Asim Saleem Bajwa ha riferito che "due elicotteri hanno toccato terra senza problemi, mentre il terzo si è schiantato e ha preso fuoco". Lo stesso generale Bajwa ha escluso l'ipotesi di un attacco ordito dai talebani al velivolo, aggiungendo che lo stesso sarebbe precipitato a causa di un guasto. Tuttavia l'emissario governativo ha specificato che: "è stata istituita una commissione d'inchiesta per risalire alle cause dell'incidente come prevede la procedura".

Per il portavoce del dipartimento di Stato americano Jeff Rathke non ci sarebbero motivi validi per non ritenere veritiera la spiegazione offerta dal governo pakistano in merito all'accaduto, nonostante dopo poche ore dall'accaduto i guerriglieri talebani del Tehrek-e-Taliban (TTP ) avessero rivendicato l'abbattimento. Inoltre non risulta che la regione di Gilgit-Baltisan abbia mai rappresentato una roccaforte del movimento talebano.

La rivendicazione del TTP - Diversa la versione che il principale portavoce del movimento Tehrek-e-Taliban, Muhammad Khorasani, ha dato in un comunicato diffuso in lingua urdu, e confermato in un video della durata di 20 minuti nel quale quattro uomini mascherati spiegano che: "l'elicottero è stato abbattuto da un missile antiaereo - lanciato da un distanza di circa 3 km per mezzo di un lanciamissili Sam-7 di fabbricazione russa - , sono stati uccisi i piloti e diversi ambasciatori stranieri".

Nel video vengono spiegati il funzionamento del lanciamissili e le modalità con le quali esso avrebbe colpito l'elicottero mentre lo stesso effettuava una rotazione. Nel rivendicare l'attentato gli organi di diffusione dei talebani hanno specificato che il principale bersaglio era il presidente Nawaz Sharif. Nel comunicato il portavoce ha dichiarato anche che il TTP non avrà pace finché "durante questa guerra fra la Shariah islamica e la democrazia degli infedeli non avremo eliminato tutti i nostri nemici. Presto diffonderemo una foto del lanciamissili utilizzato durante l'attacco, ed anche i metodi con cui abbiamo addestrato i nostri militanti ad utilizzarlo. Non ci importa se il governo di Islamabad accetta o meno quello che diciamo. Noi ripeteremo questi attacchi in futuro, al momento opportuno".