Alcune settimane fa abbiamo dato conto dell'ennesimo colpo che la Legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, ha ricevuto dalla Corte Costituzionale. Oggi 25 giugno, una delle coppie protagoniste assieme all'associazione Luca Coscioni dell'impegnativo ricorso giurisdizionale, ha effettuato la diagnosi preimpianto presso l'ospedale Sant'Anna di Roma. Si tratta in qualche modo di un fatto storico, dato che è la prima volta che ciò accade da quando il divieto di tale trattamento su coppie fertili ma portatrici di malattie genetiche.

Alla coppia è stato sufficiente presentare il certificato che attestava la gravidanza a rischio ai sensi dell'articolo 6 della legge 194. I tre avvocati che hanno seguito il caso hanno rilasciato una dichiarazione congiunta oggi pomeriggio, a commento della vicenda di Maria Cristina e Armando, la coppia che ha potuto finalmente usufruire della necessaria assistenza fin qui negata. Filomena Gallo (segretaria dell'associazione Luca Coscioni) assieme ai colleghi Gianni Baldini e Angelo Calandrini (legali dei ricorrenti) hanno espresso certezza circa il fatto che al momento non sussista alcun vuoto normativo.

La sentenza

Ovvero, la sentenza della Consulta ha di fatto liberato questa fattispecie di coppie da un divieto che le escludeva da qualunque ipotesi di procreazione assistita. Ora, dopo undici anni di battaglia, è possibile consentire l'aumento delle nascite e la fine di un incubo per coppie spesso devastate da aborti spontanei generati proprio da quelle patologie genetiche che la legge 40 riteneva irrilevanti. Gli avvocati, infine, considerano questa come un'affermazione delle libertà individuali sancite nella Costituzione.

Anche la coppia protagonista della vicenda (battutasi assieme a un'altra nella medesima condizione) ha manifestato la propria soddisfazione, osservando tuttavia come sia assurdo che nel XXI secolo si siano trovati costretti a una dura e lunga battaglia per un diritto che, in un paese moderno, dovrebbe essere garantito.

Si conclude definitivamente nei fatti, dopo l'affermazione alla Consulta, una delle battaglie più estenuanti che rappresenta l'ennesimo pezzo che viene abbattuto della legge 40. Il lavoro per l'associazione Luca Coscioni, in questo come in altri ambiti, è comunque lungi dall'essere concluso. La libertà di ricerca scientifica, la laicità e l'autodeterminazione dell'individuo in Italia sono infatti mete lontane ma, anche grazie a Maria Cristina e Armando, un pochino più vicine.