"Un attacco all'unità del paese", sono state queste le prime parole pronunciate dal premier turco Recep Tayyip Erdogan dopo l'attentato al cuore della capitale turca Ankara dove due esplosioni hanno causato 86 vittime, bilancio in continuo aggiornamento, al corteo della pace promosso da sigle sindacali di sinistra, Disk e Kesk, dal partito moderato curdo e dall'ordine degli ingegneri e dei medici contro il bombardamento delle postazioni dei secessionisti del PKK nel nord dell'Iraq e nel sud-est del territorio turco.

Il corteo a cui stavano partecipando migliaia di persone è stato immediatamente ritirato e gli organizzatori hanno intimato ai manifestanti accorsi ad Ankara di ritornare a casa per il rischio di nuovi attentati. Le due esplosioni sono avvenute nei pressi della stazione con le autorità stanno cercando di capire se si possa trattare di kamikaze, forse due. 

La reazione dei curdi

Selahattin Demirtas leader del partito curdo HdP: Partito Democratico del Popolo, riferisce che l'obiettivo degli attentatori erano gli attivisti del suo partito. Il partito filo-curdo HdP era stato già colpito da un precedente attentato terroristico durante un comizio dello stesso Demirtas a Diyarbakir, dove morirono due persone durante le ultime elezioni in cui per la prima volta un partito filo-curdo è entrato nel parlamento turco riscuotendo un ottimo risultato. 

Un successo che sta mettendo a rischio la leadership il partito islamista moderato del premier Erdogan che, proprio in vista delle elezioni del prossimo novembre, teme che questi attacchi possano destabilizzare ulteriormente il paese aprendo una frattura definitiva con la minoranza curda del paese dopo circa un decennio di pace.

Demirtas ha inoltre denunciato il massacro cui è sottoposto il popolo curdo ricordando anche la strage di Suruc.

L'attentato di Suruc e la reazione di Ankara

La Turchia era stata già direttamente colpita da una kamikaze dell'ISIS a Suruc non molto lontano dal confine siriano in cui un gruppo di giovani attivisti del Partito Socialista Turco stava per partire verso Kobane per soccorrere la popolazione curda locale e in cui persero la vita 33 attivisti tutti giovanissimi. Fu proprio questo attacco a convincere Erdogan di scendere in campo contro il terrore e bombardare il califfato, ma al momento i raid turchi si sono concentrati quasi esclusivamente sul PKK interrompendo il processo di pace in atto fino a quel momento ed incontrando l'avversione non solo della popolazione curda della Turchia, ma anche dell'opinione pubblica di sinistra del paese.

E' chiaro come nella mente degli attentatori l'obiettivo sia di mettere i curdi contro il governo turco creando delle fratture in cui la jihad può facilmente insinuarsi. 

La tregua promossa dal PKK

Proprio in questo brutto giorno per la Turchia e non solo, il PKK per garantire elezioni giuste e corrette ha indetto il cessate il fuoco contro le autorità turche a meno che non si è attaccati. L'intenzione dei secessionisti è di evitare pressioni sopra il Partito filo-curdo HdP per far sì che consolidi i suoi voti già ottenuti a giugno.