C'è sempre più tensione in Siria, le truppe governative del regime di Assad avanzano nel nord-est del paese, a scapito dei ribelli, sostenute dalla massiccia e indiscriminata offensiva aerea russa, che ha bombardato la Siria anche attraverso missili lanciati dalle sue navi nel Mar Caspio, la qualecontinua senza sosta rendendo di fatto inutile il piano di addestramento dei "ribelli moderati" addestrati e finanziati dalla CIA, più in funzione anti-Assad che anti-ISIS. Mosca comunica di aver colpito 60 obiettivi e di aver ucciso 300 miliziani jihadisti tra cui 2 dei loro capi ma di fatto i raid russi stanno potenziando il Califfato nella regione di Aleppo, dove i ribelli rimasti ormai da soli potrebbero facilmente capitolare ai tagliagole.

L'uccisione di Hamedani e la situazione attuale

Proprio nella battaglia per la città i Pasdaran addestrati dall'Iran comunicano l'uccisione di un generale iraniano Hossein Hamedani mentre lavorava come consigliere dell'esercito di Damasco alla periferia di Aleppo. L'Iran ha avuto un forte ruolo di supporto al governo di Damasco coadiuvando l'afflusso di miliziani libanesi, iracheni e afgani al fianco dei lealisti di Assad contro il fronte dei ribelli che che va dall'Esercito libero siriano ai gruppi islamisti radicali. Hamedani, che secondo fonti iraniane è stato ucciso giovedì sera, era impegnato nel reparto speciale dei Pasdaran: le Forze Al Quds. Si attende la reazione dell'alleanza russo-siriana-iraniana rimasta ormai di fatto l'unica forza in grado di opporsi all'ISIS ad Aleppo dopo la comunicazione di Washington di aver messo fine al piano da 500 milioni di dollari volto ad addestrare e finanziare i ribelli moderati anti-Assad.

Infatti nei prossimi giorni si andrà incontro nella regione settentrionale del paese ad uno scontro frontale e forse decisivo tra l'esercito di Assad aiutato dall'aviazione del Cremlino e i miliziani dell'auto proclamato Stato Islamico, per la città di Aleppo, che starebbero già occupando numerose postazioni nel nord della città avanzando sempre più verso ovest a scapito dei ribelli abbandonati da Obama.

Rischio di una guerra sul confine turco-siriano

Dopo i casi di sconfinamento di aerei militati russi in Turchia nei giorni scorsi, il premier turco Erdogan ha minacciato reazioni contro Mosca e bisogna stare molto attenti dato che la Turchia è membro Nato anche se per ora non è stato chiesto ancora nessuno aiuto. L'escalation è potrebbe essere davvero dietro l'angolo considerando le ambizioni turche nella regione e la ferma volontà della Nato di sostenere un suo paese membro.

La Turchia, accusata da più parti di finanziare sotto banco il califfato, sta sfruttando l'avanzata dei tagliagole per eliminare una volta per tutte i curdi e il rivale Assad in un colpo solo per tentare di imporre l'egemonia perduta in Medio Oriente anche a scapito di Israele, per Erdogan l'intromissione russa è una grana che potrebbe far naufragare il sogno di far rivivere i fasti dell'impero ottomano.

La ripicca di Obama contro Putin

Il governo americano ha abbandonato i ribelli siriani gettandoli in pasto all'ISIS e al governo di Damasco dopo averli per anni sostenuti ed equipaggiati. Il piano si è dimostrato fallimentare perchè i ribelli sono stati puntati contro Assad e non contro Al-Baghdadi potenziando di fatto la posizione del Califfatoe solo marginalmente rallentato dagli aerei americani.

L'intervento russo avrà poi convinto il Pentagono che oramai i ribelli sono destinati a capitolare per la loro inferiorità offensiva e lasciare che il Califfato dilaghi per mettere in difficoltà Assad e il suo potente alleato e magari far rivivere ai russi un nuovo Afghanistan dove poi successivamente gli USA potranno intervenire come 'liberatori' dal giogo dell'Islam politico.