Il suo nome di battaglia era Abu Muslim Al-Turkmani ma in realtà si chiamavaFadel Ahmed Abdullah al-Hiyali ed era il numero due dei terroristi del Califfo in Iraq. La notizia arriva direttamente dal portavoce dello Stato Islamico Abu Muhammad Al-Adnani senza tuttavia entrare nei dettagli delle circostanze dell'uccisione. L'uccisione è avvenuta ad opera di un bombardamento americano nei pressi di Mosul, città da tempo nelle mani dei terroristi e che l'esercito iracheno fatica a liberare. Al Turkmani era il governatore dei territori iracheni del Califfato fin dal novembre 2014 e gli USA avevano comunicato di averlo colpito lo scorso agosto ed ora arriva la conferma ufficiale da parte dei terroristi.

Il mistero sulla sorte del Califfo

Ancora incerta la sorta di Al Baghdadi dopo il raid dell'aviazione irachena ad un convoglio di miliziani ISIS nella regione dell'Anbar in cui le stesse autorità irachene avevano affermato che trasportavano il Califfo verso un importante riunione dei capi dell'organizzazione. Il leader dei tagliagole, dapprima dato per morto poi per ferito, sembra però non essere stato colpito dal raid. D'altronde non sarebbe la prima volta che l'Iraq o i media occidentali danno la notizia della sua morte o ferimento in attacchi della coalizione a guida americana per poi essere smentiti. Lo scorso novembre ad esempio Al Baghdadi fu dato per gravemente feritoin un altro raid, stavolta a Mosul, per poi essere trasportato in Siria mentre media iraniani e iracheni lo davano addirittura per morto in un ospedale israeliano.

Anche questa volta quindi, sembra che il Califfo l'abbia scampata, chissà ancora per quanto però.

La reazione dei terroristi e le minacce a Mosca

Il Califfato ferito ma che non accenna ad arretrare nemmeno dopo i fitti bombardamenti seguiti all'intervento russonella parte siriana dei territori che occupa e si appella ai giovani musulmani per scatenare la jihad anche nel Caucaso; proprio dalle parole di Al-Adnani viene annunciata la promessa della sconfitta della Russia in Siria e "più soldi e figli ad ogni combattente" perchè "lo Stato Islamico è voluto e protetto da Allah".

Parole che nascondono il nervosismo dei tagliagole per le offensive a cui sono sottoposti sia dalla coalizione occidentale che ha quella russo-iraniana e tradiscono un senso di insicurezza sul prosieguo dei combattimenti nella regione, sempre che Russia e Usa si accordino nel coordinare le operazioni e di non ostacolarsi a vicenda.