La strage di Parigi del 13 novembre ad opera dei terroristi dell'Isis doveva essere solo la punta di una serie di attentati programmati per i giorni delle festività natalizie, come riportato da 'Il Corriere'. E' trapelato, infatti, che la mente degli attentati Abdelhamid Abaaoud avrebbe confessato alla cugina, uccisa nel blitz di Saint Denis, che i suoi uomini avrebbero compiuto altri attentati anche nei quartieri ebraici senza risparmiare i trasporti pubblici francesi e le scuole.
Abaaoud aveva in mente un grande progetto criminale e voleva lasciare una scia di terrore lunga settimane. Perciò aveva abbandonato la Siria, entrando in Francia grazie alle politiche sui rifugiati, per essere a stretto contatto con il commando incaricato di compiere gli assalti. Voleva essere certo che nessuno si fosse tirato indietro al momento opportuno.
Dai vari giornali di alcuni paesi europei, cominciano ad emergere particolarità dei giorni precedenti la strage del 13. Secondo il quotidiano 'Le Parisien' il terrorista Salah Abdeslam avrebbe acquistato i detonatori elettrici per costruire le cinture esplosive fra i mesi di settembre e ottobre a Saint Ouen l’Aumone, nella banlieue della capitale francese.
Si sarebbe accertato con domande specifiche sull'affidabilità dei detonatori acquistandone in seguito una decina come ha raccontato alla polizia il gestore della società che vende fuochi di artificio e che ha riconosciuto il terrorista in una delle foto segnaletiche diffuse nelle precedenti settimane.
Abaaoud e Salah erano amici
Altre indiscrezioni provengono dalla rivista settimanale tedesca Spiegel’ e dal giornale belga, 'Derniere Heure', secondo i quali Abaaoud e Salah Abdeslam, che intanto si crede abbia raggiunto la Siria, si conoscevano sin da quando erano piccoli. Spiegel rivela anche che il nome del terrorista belga fosse noto ai giudici poiché era stato condannato lo scorso luglio a 20 anni per associazione terroristica e che quindi faceva parte di una cellula che doveva compiere attentati in Belgio.