Grandi feste e celebrazioni dopo il voto che si era tenuto il primo gennaio nella città di Temixco, Stato di Morales, distante circa 85 km da Città del Messico, che aveva visto vincitrice Gisela Mota, diventata il nuovo sindaco. La donna, 33enne, era nata nel marzo del 1982 ed era entrata in politica come militante del partito di sinistra della Rivoluzione Democratica. Ad appena due giorni dalla sua elezione, è stata barbaramente uccisa, e la triste comunicazione della sua morte ha sbalordito e indignato quasi tutta la popolazione che aveva seguito con trepidazione il suo giuramento.
La donna aveva incentrato la sua campagna elettorale sulla volontà di "ripulire" la cittadina industriale, popolata da 90.000 persone che ogni giorno devono scontrarsi con i problemi legati alla criminalità organizzata e i loschi affari dei narcotrafficanti.
La storia di un'eroina
Gisela Mota Ocampo era un'ex parlamentare, che aveva deciso di candidarsi a sindaco, in seguito al sostegno ricevuto dai quasi 100mila abitanti della città industriale di Temixco. Ricordiamo che questa cittadina dista circa 100 km dallo stato meridionale di Guerrero, nei pressi di Iguala, il luogo dove si verificò il sequestro di 43 studenti messicani nel settembre del 2014.
Gli studenti furono ritrovati quasi tutti morti, e in parte mai riconosciuti.
Gisela Mota è stata il braccio destro di Andres Manuel Lopez Obrador, ex candidato alle presidenziali. Successivamente, è entrata a far parte del gruppo indipendente di Graco Ramirez, vincendo le elezioni. Ricordiamo la forza del programma elettorale di questa eroina del XXI secolo, che si basava soprattutto sulla lotta contro la criminalità e i narcotrafficanti. Infine, segnaliamo che, nella sua breve vita, ha anche ricoperto il ruolo di deputato federale dal 2012 al 2015 nel Partito rivoluzionario Democratico di sinistra.
La condanna a morte
Le ragioni dell'omicidio del neo sindaco Gisela Mota sono ancora da confermare, anche se le autorità messicane confermerebbero che l'assassinio sarebbe stato ordito dalla criminalità organizzata.
Secondo le prime ricostruzioni, durante l'agguato ci sarebbe stato uno scontro a fuoco fra la scorta armata del sindaco e i suoi quattro assassini, due dei quali sono stati uccisi, mentre gli altri arrestati. Queste notizie vengono contrastate da altre fonti, in base alle quali la sparatoria sarebbe avvenuta solo dopo la fuga dei quattro malavitosi a bordo di un furgone. L'impegno di questa eroica donna, condannata a morte dal suo programma elettorale, "disturbava" i loschi affari della criminalità organizzata: di lei resteranno solo le foto e i cartelli dei comizi elettorali che scandivano a lettere cubitali lo slogan "Ripuliamo la città dai Narcos".