Quando nel maggio scorso le forze dell'ISIS entrarono nell'antica città di Palmira, in Siria, il mondo intero fu scosso dalla notizia della distruzione di alcuni dei più antichi e famosi monumenti dell'antichità classica. Il suo vecchio ex direttore Al Asaad fu ucciso per decapitazione per non aver fornito informazioni su antichi reperti storici messi in salvo prima dell'assalto dei militanti. La città nel deserto, già colonia romana, ricca di testimonianze storiche di grande valore è inclusa nella lista del patrimonio storico dell'UNESCO.

Dopo mesi di continui scontri armati e capovolgimenti di fronte, finalmente le notizie che giungono dal fronte sono indicative dell'imminente assalto finale da parte dell'esercito siriano.

Combattimenti alle antiche cave di Palmira

Tre giorni fa l'esercito ha sconfitto la guarnigione dell'ISIS presso il villaggio di al-Bayarat e nella giornata di ieri ha preso il controllo delle storiche cave di Palmira, dalle quali i palmireni ricavavano la pietra per costruire i monumenti dell'antica città. Le cave sono posizionate a nord della città moderna e il loro controllo se assicurato permette all'esercito di avanzare da un nuovo lato, mentre attaccavano già da occidente. 

L'assalto terrestre è accompagnato da pesanti bombardamenti da parte degli elicotteri e dei caccia-bombardieri russi che facilitano il compito dell'esercito.

Il castello arabo ultima fortificazione prima di Palmira

In mattinata le forze armate hanno raggiunto l'ultima collina del monte Qassoun ad ovest di Palmira dopo una violenta battaglia iniziata stanotte. L'esercito leale ad Assad, ha ora come obiettivo l'antico castello arabo, l'ultima fortificazione prima della città. Se nei prossimi giorni il castello alle pendici della montagna che sovrasta la città fosse catturato, i militari avrebbero facile accesso al sito archeologico, mentre le unità posizionate nella pianura sono a meno di 3 km dall'ingresso occidentale.

Le forze in campo

L'ISIS ha dispiegato molti militanti nell'area e da mesi oppongono resistenza agli attaccanti che vedono in Palmira, oltre ad una cassa di risonanza mediatica mondiale, un obiettivo strategico per il controllo di una vasta area desertica e dell'autostrada che porta a Deir Ezzor e a Raqqa, la capitale dell'auto-proclamato Stato Islamico.

I siriani sono sul campo con diverse unità, a partire dalle Forze Tigre (unità d'elite dell'esercito) già protagonista dell'accerchiamento dell'ISIS ad Aleppo Est. Le altre forze sono costituite dalla 67a brigata della 18a divisione corazzata, le “Aquile del Deserto" oltre a combattenti stranieri, principalmente gli Hezbollah libanesi, con il già ricordato appoggio aereo russo.

L'esercito che sta mettendo alle corde l'ISIS in varie parti del paese, ha oggi intercettato una colonna dell'ISIS e lasciato sul terreno circa 60 combattenti presso Palmira. Mentre alcuni osservatori vedono i combattimenti come normali fasi di guerra su questo fronte, altri confermano che la battaglia finale per la liberazione della città è ormai imminente.