Mai come in questi tempi, i casi di femminicidio e violenza sulle donne stanno aumentando in maniera esponenziale. Melania Rea, Elena Ceste, Sara Di Pietrantonio, sono solo alcuni nomi di coloro che ci hanno lasciato troppo presto, uccise per mano dei loro partner violenti. Ci sono infatti uomini che considerano la propria compagna una sorta di merce, di proprietà privata intoccabile, da sbarazzarsene nel momento in cui viene considerata "inutile".

Questa pericolosa mentalità da parte di tali criminali, ha fatto sì che venissero spezzate giovani vite, compagne fedeli, talvolta mamme amorevoli dei figli generati assieme ai loro aguzzini. 

L'iniziativa 'Questo non è amore'

Alessandra Borgia, inviata del noto programma mediaset Quarto Grado, è stata in collegamento da Roma durante l'ultima puntata della trasmissione il 1 Luglio 2016. La giornalista si trovava in un camper della Polizia di Stato. La Borgia ha parlato di un'importante iniziativa, chiamata "Questo non è amore". Il progetto consiste nell'azione da parte dei poliziotti di spostarsi dagli uffici per andare nelle piazze, cercando di coinvolgere tutte quelle persone che hanno dei problemi.

L'iniziativa è rivolta specialmente a quelle donne che non riescono a denunciare i loro partner violenti. Alessandra Borgia è stata in compagnia di un'equipe qualificata formata da medici e psicologi.

Il racconto di Alessandra Schilirò

Borgia ha in seguito presentato al pubblico due donne, due vicequestori aggiunti: Francesca Romana Capaldo e Alessandra Schilirò. Alla dottoressa Capaldo è stato chiesto il perchè di questa iniziativa, la risposta è stata: "L'obiettivo è quello di uscire dagli uffici e raggiungere direttamente le donne che siano vittime di violenza, per cercare di dare un aiuto nel denunciare". La dottoressa Schilirò ha invece raccontato un caso di cui si è occupata: "Un caso emblematico è stato quello di una donna venuta nei nostri uffici accompagnata da un'amica.

L'amica spingeva questa donna a presentare querela, ma lei diceva che non voleva assolutamente presentarla e che era lì solo per informarsi, perchè lui comunque, secondo questa donna, era un uomo buono, e l'amava. In sostanza, lei aveva avuto una storia con un uomo che aveva lasciato da circa sei mesi. Quest'uomo era stato lasciato, perchè faceva uso di cocaina. Non si rassegnava alla fine della storia ed ha cominciato a mandarle numerosissime e-mail, messaggi e telefonate. La donna l'ha bloccato sul telefonino, lui allora ha cominciato a tempestarla di telefonate al numero fisso di casa. Questa donna era separata ed aveva anche due figli, uno dei quali minore. Ha staccato anche il telefono di casa.

A quel punto però lui non si è rassegnato ed ha cominciato durante le ore notturne a suonare il suo campanello ripetutamente, finchè una sera ha bloccato il campanello con uno stuzzicadente ... La donna ci richiama, torna qualche tempo dopo, perchè quest'uomo la seguiva ed aveva cambiato il suo stato Whatsapp, facendo chiaramente intendere che voleva sterminare sia lei che il marito. A quel punto la donna torna da noi e presenta denuncia. Dopo dieci giorni in cui lo stalker era stato tranquillo, la donna ci richiama in lacrime chiedendo il nostro aiuto ... Noi arriviamo e troviamo questo stalker che stava picchiando violentemente l'ex marito della donna. Lo arrestiamo e troviamo che nello zaino aveva un martello ... Se questa donna non avesse fatto denuncia, questo sarebbe stato un semplice reato di lesioni".