Un ciclone travolge l'Expò di Milano. La Guardia di Finanza ha tratto in arresto undici persone con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata a favorire gli affari della mafia. Secondo la tesi del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dei pubblici ministeri Paolo Storari e Sara Ombra, i soggetti coinvolti avrebbero incassato circa 20 milioni di euro dall'ente Fiera di Milano, relativi ad appalti, attraverso la società Nolostand. I provvedimenti sono stati emessi dal giudice per le indagini preliminari Maria Cristina Mannocci.
I rapporti con il clan di Pietraperzia
La società "Nolostand" è stata ora commissariata su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Al momento non risultano iscritti nel registro degli indagati esponenti dell'ente Fiera. Tra i reati contestati alle undici persone finite in manette anche riciclaggio e frode fiscale. Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini sono focalizzate in particolare sulle commesse ottenute peri padiglioni dell'Expò di Francia, Guinea Equatoriale, Kuwait e dello sponsor Birra Poretti. L'inchiesta ha preso il via nel 2014 ed ha messo in luce evidenti infiltrazioni mafiose nell'ente Fiera. In particolare i soggetti finiti in manette avrebbero avuto rapporti diretti con il clan di Pietraperzia, in provincia di Enna.
La figura di spicco, tra gli arrestati, è quella dell'imprenditore Giuseppe Nastasi. Nel mirino i suoi affari con Liborio Pace, quest'ultimo già imputato per la sua appartenenza alla famiglia mafiosa di Pietraperzia. Pace sarebbe stato l'elemento di collegamento tra il comitato d'affari e Cosa Nostra.
I soldi tornavano in Sicilia
Il lavoro dei finanzieri punta l'indice sul flusso di denaro che, riciclato tramite reati tributari, tornava in Sicilia in tutti i modi: contenuto in valigie, borse di plastica ed addirittura trasportato in canotto. Secondo gli inquirenti, il meccanismo di tali attività illecite è stato reso possibile "grazie ad amministratori di aziende, consulenti e commercialisti che non hanno voluto vedere ciò che palesemente accadeva".
Tra gli arrestati, oltre ai citati Giuseppe Nastasi e Liborio Pace, anche l'avvocato Danilo Tipo che fino a pochi mesi fa era presidente della Camera Penale di Caltanissetta ed è stato anche consigliere comunale ed assessore nella città nissena, oltre che difensore nel processo per la strage di Capaci.