Sarà forse per via delle recente scoperta contro il fumo pubblicatasulla rivista scientifica "New England Journal of Medicine", che alcuni senatori "pentastellati" hanno deciso di depositare in Senato un ddl contro i fumatori incalliti che non rinunciano ad una sigaretta nemmeno in macchina. A schierarsi contro chi non vuole rinunciare ad un vizio molto pericoloso non è stata, quindi, solo la prestigiosa pubblicazione del dottor Leonardo Fabbri, il quale ha detto che non esistono fumatori sani, anche se apparentemente godono di buona salute. Anche in Parlamento, infatti, si sta pensando di introdurre un nuovo articolo del codice della strada per combattere il dannoso vizio che dovrebbe essere considerato una vera e propria malattia.

In breve, l’articolo 173-bis dovrebbe sancire il divieto dell’automobilista di fumare mentre guida, pena il ritiro della patente e il pagamento di una multa.

Cosa dice il ddl che si ispira a modelli europei e all'UK ?

L’obiettivo principale è quello di sanzionare il conducente che può, con un gesto superficiale, mettere in pericolo chi si trova con lui ed altri automobilisti. È lo stesso divieto previsto per chi utilizza il proprio smathphone mentre guida. In questo caso scatta una multa compresa tra 161 e 646 euro, alla quale si può aggiungere la sanzione accessoria del ritiro della patente per recidiva biennale. La proposta di legge si ispira a molte normative già in vigore in altri Paesi europei come San Marino, Svezia e Regno Unito.

Il divieto di fumo per chi è alla guida, infatti, implica che il conducente si possa distrarre senza motivo, rischiando un incidente. Un recente studio della Brunel University ha dimostrato che chi accende una sigaretta, non solo è portato a guidare più veloce, ma anche che l'aria respirata va ad incidere sulla reattività dell'automobilista, limitandola sensibilmente.

Per questo motivo, la relazione accompagnatoria del ddl si focalizza sulla necessità di ridurre al minimo il rischio di incidenti stradali, salvaguardando la salute dei fumatori e dei suoi passeggeri.

Fumo, la prima causa di morte in Italia

La stessa relazione mette in luce anche i danni che il tabagismo provoca ogni anno in Italia.

I fumatori, generalmente, vivono 10 anni in meno. Senza dimenticarsi che ogni anno, nel nostro Paese, muoiono circa83mila personeper malattie causate da questo pericoloso vizio. Del resto, il tabagismo è una delle maggiori cause di decessi anche nel resto del mondo. Le patologie che generalmente possono colpire i fumatori sono vari tipi di cancro, in primis quello del polmone, le malattiecardiovascolari, diabete di tipo 2, degenerazione maculare, cataratta, artrite reumatoide: tutte malattie che sono destinate ad aggravarsi con l’età. Ecco perché presto, con l’introduzione del divieto, ci sarà un giro di vite per i fumatori che, pur mettendosi al volante, non riescono a rinunciare alla sigaretta. Per altre info potete premere il tasto"segui" accanto al nome dell'autore.