Appena due giorni fa, 3 settembre 2016, Milano si è svegliata con la tragedia che ha avuto come protagonista l'ex primario dell'ospedale di Legnano Alberto Flores D'Arcais, morto dopo che si è gettato dal sesto piano della propria abitazione sita nel capoluogo lombardo in via Belgirate. Le accuse nei suoi confronti mossi dalla Procura di Busto Arsizio erano quelle di pedofilia, ovvero il pediatra era accusato di aver commesso, a partire dal lontano 2008, atti sessuali, esattamente diciotto, su delle bambine minorenni durante le visite che avevano luogo nell'ospedale di Legnano dove il medico era impiegato.
Il pediatra sessantunenne si è sempre dichiarato innocente: era agli arresti domiciliari dalla metà di luglio dell'anno in corso.
La rabbia della famiglia del pediatra di Milano
Dopo le parole forti e di denuncia pronunciate sabato stesso dal medico di famiglia e amico del defunto, oggi, 5 settembre, sono giunte quelle della famiglia di Alberto D'Arcais che sono ben più dure e esplicite. I familiari, infatti, in una lettera amettono di essere decisamente sconcertati e stupiti dall'atteggiamento della Procura di Busto Arsizio. In una nota riportata dal portale Repubblica.it, pertanto si legge: "Siamo sconcertati dal comportamento della procura di Busto Arsizio che, quando ancora nessuno della famiglia sapeva dell'accaduto, ha indetto una conferenza stampa diffondendo notizie che avrebbero dovuto essere segrete, impedendo qualsiasi forma di difesa".
La conferenza stampa nel mirino
Le accuse della famiglia D'Arcais si riferiscono alla conferenza stampa che ha avuto luogo appena poche ore dopo il tragico evento in cui sono stati resi noti alcuni dettagli dell'indagine aperta alla fine del 2015: tra gli elementi resi noti, si evince la presenza di materiale pedopornografico, tra cui accessi a siti web da parte dell'uomo una quantità rilevante di immagini. La famiglia, infine, si augura che ora "venga il tempo del rispetto e della pietas e, in ultimo tempo, del rimorso per chi ha messo la firma sulla sua morte".