Ancora una notizia di abuso sessuale, e questa volta arriva da Reggio Calabria. Vittima una ragazza di appena 13 anni, costretta a cedere alle voglie di un 'branco' già dal 2013, preda della paura e di ricatti di bassa leva, che hanno avuto ragione della fragile personalità della protagonista di questa triste vicenda.

E' l'ennesimo atto di prevaricazione e di bisogno di auto-affermazione di un 'branco' in una società omologante, anche a costo di distruggere l'equilibrio emotivo della vittima.

I fatti

Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri la ragazza, figlia di separati, nel 2013, appena 13enne, avrebbe intrapreso una relazione con un ragazzo molto più grande di lei. Questi l'avrebbe poi costretta a cedere agli 'appetiti' dei suoi amici, sempre in numero crescente.

Gli abusi sarebbero avvenuti con una certa frequenza, all'uscita da scuola, e anche in gruppo, in località isolate. La minore ha cominciato, nel periodo degli abusi, a manifestare un perdurante stato d'ansia, motivato anche dai ricatti e dalle minacce dei suoi aguzzini. Se non avesse accettato il suo ruolo o si fosse ribellata, avrebbero divulgato foto 'intime', informando anche i suoi genitori.

A rilevare una certa anomalia comportamentale nella 13enne, desumibile dai suoi stessi temi, sarebbe stata una sua insegnante che, tempestivamente, avrebbe informato l'Arma dei suoi sospetti.

Dopo accurate indagini, perdurate nel tempo, sono stati spiccati ben nove mandati d'arresto. E, tra gli altri, emerge il nome di Giovanni Iamonte, di 30 anni, figlio di Remingo, attualmente detenuto e considerato il capo di una cosca di 'ndrangheta' operante a Mileto.

Tutti dovranno rispondere di numerosi reati, i più infamanti.

Una storia criminale

E' il quadro più desolante quello che si offre ai nostri occhi, quello di una sessualità deviata e basata sull'oggettivazione dell'altro sesso. E' il quadro di ragazzi in cerca di un ruolo, anche a costo di fare del male, e non importa se si tratta di un ruolo collettivo, l'importante è essere i più forti.

Ma è inutile cercare motivazioni, inutile chiedersi perchè. Restano i traumi di una adolescente che ha vissuto con vergogna e violenza la propria identità di 'donna'.