La Trw e i suoi capannoni siti in via Enriques 35 hanno smesso di essere operativi a Dicembre 2014, il capannone esiste dai primi anni settanta quando ancora era Spica (Società pompe iniezione Cassani e affini). In una realtà di piccola provincia italiana come Livorno, che conta oggi non oltre i 170 mila abitanti, ha rappresentato un grande bacino di lavoro, tanto che buona parte dei cittadini ha transitato di lì almeno per un periodo negli oltre 40 anni di storia.
Adesso sta tornando alla ribalta non perché ci sia uno spiraglio di riapertura della fabbrica, ma bensì perché da qualche mese a questa parte si sono verificati aumenti di casi tumorali tra gli ex- dipendenti, e da un'indagine seguita al caso che si è creato, emergono verità ancora più sconcertanti.
Tumori ai reni e alla vescica
Le principali patologie riscontrate rappresentano cellule cancerogene situate nelle vie urinarie e ai reni, ma quello che più lascia attoniti è la gestione dei casi mentre la ditta era ancora a pieno regime. Sembra infatti che dalle analisi mediche annuali fatte sia dai medici predisposti dal'azienda, sia dall'Inail, erano già emersi diversi casi di dipendenti con anomalie alle vie urinarie e anche respiratorie.
Da qui la domanda: perché nessuno si è posto il problema di chiedere delle analisi più approfondite per quei casi? Perchè dopo i diversi casi riscontrati, la stessa azienda non ha fatto qualcosa in merito? Adesso che da due anni non esiste più nulla in via Enriques, le domande rimarranno solo domande. Al momento si sono registrati due decessi e dieci persone si sono già sottoposte a intervento chirurgico.
Amianto a quintali emerso dallo smantellamento
L'azione della società "Veneta", esperta nello smantellamento di fabbriche come la Trw, è cominciata sotto richiesta della Usl competente, e sono stati tolti dai tetti che sovrastavano la fabbrica oltre 60 mila metri quadrati di amianto, un vero e proprio "cielo" di materiale cancerogeno sopra le teste di chi lavorava in quella fabbrica.
Stando ad alcuni racconti da "bar" che vengono dai nonni e dai genitori che vi hanno lavorato, pare che anche alcuni pezzi delle auto, come ad esempio le frizioni, tra gli anni settanta e gli anni ottanta venivano realizzati in amianto. I dipendenti come protezione avevano in alcuni casi solamente i guanti, ma su questi racconti non c'è al momento niente di ufficiale.